Durante il question time al Senato del 2 febbraio 2017, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha commentato l’ipotesi che l’Unione europea apra una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto dei parametri europei. In particolare, Padoan ha dichiarato: “il debito pubblico si sta stabilizzando”.
L’affermazione è corretta, se riferita alla fine del 2016. Dai dati più recenti pubblicati dalla Banca d’Italia risulta che, dopo il picco di luglio dell’anno scorso (2.255,613 miliardi di euro), c’è stata nei mesi successivi una discesa del debito pubblico in valore assoluto.
Picchi estivi seguiti da cali
A novembre, ultimo dato della serie statistica, il dato (ancora provvisorio) era di 2.229,412 miliardi, circa venticinque in meno del massimo recente. Tuttavia, guardando ai grafici forniti sempre da Banca d’Italia, sembra che l’andamento del debito nel corso del 2016 non sia troppo dissimile da quello dei due anni precedenti, con un picco nei mesi estivi e un calo in quelli successivi.
Ma più del numero assoluto, il debito pubblico si considera di solito in rapporto al Prodotto interno lordo. Anche qui, sembra di notare una qualche stabilizzazione, stando almeno alla nota di aggiornamento al DEF deliberata il 27 settembre 2016.
Dinamica virtuosa
Qui si prevede che il rapporto debito/Pil si attesti al 132,8% nel 2016, per scendere al 132,5% nel 2017, al 130,1% nel 2018 e al 126,6% nel 2019. Nei prossimi anni ci sarà insomma, almeno secondo le previsioni del governo, una dinamica virtuosa che dovrebbe invertire il trend attuale.
Una indicazione positiva in questo senso sembra arrivare da Eurostat, che certifica nel terzo trimestre del 2016 una significativa contrazione del rapporto debito/Pil dal 135,5% del secondo trimestre al 132,7%. Il calo rimane anche considerando come pietra di paragone il terzo trimestre del 2015, quando il rapporto debito/Pil era al 134,1%.
In dieci anni il 30% in più
Allargando però lo sguardo dal breve periodo al medio, la situazione diventa drammatica. Negli ultimi 10 anni siamo passati, in valore assoluto, da 1.610,856 miliardi di euro nel novembre 2006 (qui si può scaricare la serie storica di Banca d’Italia) ai 2.229,412 di novembre 2016. Ancora più importante, come rapporto debito/Pil siamo passati – in base ai dati Eurostat – dal 102,6% di fine 2006 all’attuale 132,7%.
La crisi ha dunque portato il rapporto debito/Pil a nuovi record, cancellando i risultati ottenuti tra il 1994 (dopo Maastricht) e il 2007, quando – secondo i dati della Commissione europea - si passò dal 117,2% al 99,8%.
Incertezza sulle previsioni
Padoan ha ragione, dunque, se si riferisce alla leggera inversione di rotta che ha caratterizzato la fine del 2016. Tuttavia le previsioni ottimistiche del governo per i prossimi anni contenute nel Def sono appunto previsioni e, anche considerando il quadro globale in profonda evoluzione, non è possibile avere certezza che si avvereranno. Di sicuro la dinamica del debito italiano negli ultimi dieci anni è stata fortemente negativa, con più di 30 punti percentuali persi nel rapporto debito/Pil. Il ritorno a livelli inferiori al 100 per cento, sfiorati un decennio fa, sembra ancora lontano.