Londra - "La regina Elisabetta è morta", ecco l'ultima bufala che ha scatenato il panico tra gli utenti del web, accreditando l'idea di un complotto per tenere nascosta la notizia. Tutto è iniziato da un tweet pubblicato il 29 dicembre da un falso account della Bbc: "Buckingham Palace annuncia la morte della Regina Elisabetta II all'età di 90 anni. Le circostanze sono sconosciute". Il post nel giro di qualche ora è rimbalzato su tutti i social ed immediate sono state le reazioni di cordoglio tra i sudditi britannici.
Per giustificare il fatto che i media non rilanciavano la clamorosa notizia, nel giro di poche ore si è diffuso l'hashtag #MediaBlcakOut divenuto un trend topic nella classifica del Regno Unito.
Ecco come nasce e si sviluppa una notizia falsa:
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Ci deve essere uno spunto di cronaca o un fondo di verità: affinchè una voce o una notizia falsa si diffonda è necessario partire da alcuni elementi che la possano rendere credibile. In questo caso ce ne erano due: l'influenza della Regina Elisabetta, che le ha impedito di partecipare ad alcuni tradizionali appuntamenti di Natale tra cui la messa a Sandringham, dalla quale non manca da 28 anni, e i molti personaggi famosi morti nel 2016.
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L'inizio della diffusione della 'fake news': il 29 dicembre alle ore 6:20
Dopo le prime voci sulla morte della Regina circolate in Rete, dall'account @ecclesmanut su Twitter si è cominciato a parlare di "media black out". "Ho appena sentito che c'è un black out di notizie in Gran Bretagna. E' vero?". E' la palla di neve che innesca l'effetto valanga. Solo quando la slavina si è ormai sciolta con le smentite ufficiali, arriva la spiegazione di @ecclesmanut: "Mia moglie aveva visto un post su Facebook e così ho voluto saperne di più. Il fatto di essere in Australia non c'entra, anche molti inglesi pensavano fosse vero".
Just heard there is a news black out in the UK, this true #mediablackout #blackout @SkyNews @BBCNews @BBCBreaking
— David (@ecclesmanutd) 29 dicembre 2016
- Mattina del 29 dicembre - A poco a poco la voce comincia a diffondersi, i tweet si moltiplicano e se ne parla anche fuori dalla rete.
Rumours going around of a #mediablackout in the U.K. Is this true?
— Justin Dowling (@bambi_JD) 29 dicembre 2016
"Sono venuto a conoscenza della questione attraverso alcuni miei amici che mi hanno detto di aver sentito la notizia alla radio" - ha poi scritto l'uomo sull'hashtag diventato trend topic quando si è reso conto che si trattava di una bufala.
- 29 dicembre dopo mezzogiorno - Un falso account della Bbc pubblica il tweet sulla morte della Regina. Pur essendo un'imitazione grezza della versione ufficiale il post riesce ad ingannare alcune persone che lo ritwittano, prima che arrivi l'ondata di debunking.
- Notte del 29 dicembre - Il falso account della Bbc viene sospeso e l'hashtag #MediaBlackOut inizia ad essere deriso dagli utenti.
#mediablackout BREAKING: the queen is on top of Buckingham palace firing a rifle into the air shouting "one is going to survive 2016"
— Dan Mayhew (@Mayhewasaurus) 29 dicembre 2016
- 30 dicembre ore 6:35 di mattina - Una ragazza in un tweet scrive "La Bbc è meglio che trovi qualcosa da dire nell'edizione delle 8 o avremo bisogno di 12 giorni di lutto per recuperare il sonno perso per #mediablackout" .
The BBC better find something to report at 8am or we're gonna need 12 days of mourning for the sleep we've missed out on #mediablackout
— Caity (@thatgirlcaityy) 30 dicembre 2016
- Mattina del 30 dicembre - Questo è il momento in cui un hashtag senza un minimo di fondamento dovrebbe scomparire. E invece nel corso della mattinata del 30 dicembre i tweet si sono moltiplicati così tanto che l'hashtag #MediaBlackOut è diventato trend topic. Un account è stato particolarmente incisivo: "C'è sempre un #MediaBlackOut per i grandi crimini e le bugie dei governi degli Stati Uniti e del Regno Unito (ad esempio armare i terroristi jihadisti in Siria).
There is ALWAYS a #mediablackout on the major crimes & lies of the US & UK governments (e.g. the US & UK arming Jihadi terrorists in Syria) pic.twitter.com/jzmqIPfjrN
— Ian56 (@Ian56789) 30 dicembre 2016
Le caratteristiche di un account falso
Tra le informazioni del profilo Twitter di "Ian56" c'è scritto che è un avvocato, un operatore di Borsa e un analista politico e che vuole diffondere le informazioni e evidenziare la disinformazione dei media. E' seguiito da 23mila persone e spesso tratta temi che riguardano la Russia e gli Stati Uniti, anche se la posizione indicata sull'account è il Regno Unito. Indicativa è l'immagine utilizzata nel profilo: c'è David Gandy un famoso modello inglese.
Si tratta senza dubbio di un profilo falso e i suoi tweet sono stati rilanciati da una serie di altri account anch'essi falsi, i cosiddett 'burattini', programmati per amplificare un messaggio online. La mattina del 30 dicembre grazie ai 'burattini' e ai 23mila follower la popolarità di 'Ian56' è aumentata considerevolmente, anche se i tweet avevavno poco a che fare con la morte della Regina.
- 30 dicembre fine giornata - Dopo essere diventato trend topic per quasi 2 giorni, l'hashtag #MediaBlackOut è 'morto'.
Per approfondire: