Ha dato l'allarme alle 10.30 di lunedì sera chiamando con voce concitata la polizia e dicendo di aver sentito colpi di pistola provenire da casa sua. Cinque ore dopo ha accompagnato gli agenti a ritrovare la pistola calibro 9 con cui aveva appena sterminato la sua famiglia, padre, matrigna e tre fratelli. Il killer è un ragazzino di 14 anni di Ekmont, piccolo paese di cinquecento abitanti dell'America rurale, nel nord dell'Alabama, a pochi chilometri dal confine con il Tennessee. La strage ha sconvolto la piccola contea di Limestone non solo per la giovane età dell'assassino ma per la calma glaciale con cui l'adolescente ha agito.
Dopo aver raccontato di aver sentito, dallo scantinato, colpi in casa, all'arrivo dello sceriffo il ragazzino ha mostrato i corpi di tre familiari morti, mentre due, uno degli adulti e un fratello, erano gravi (sono deceduti in ospedale). Alle tre di notte, messo sotto torchio, il giovane killer ha confessato tutto e condotto gli agenti a ritrovare la pistola. L'aveva gettata dall'altra parte della strada, a pochi metri da casa. Al momento resta ignoto il motivo del massacro.
L'ennesima strage alimenterà ulteriormente il dibattito sulle armi. Proprio oggi, un mese dopo la carneficina di El Paso (Texas), 22 morti, Walmart ha annunciato che interromperà la vendita di munizioni per pistole e alcuni fucili d'assalto, definendo la situazione sulle armi negli Usa "inaccettabile". L'amministratore delegato della catena, Doug McMillon, ha esortato il Congresso e la Casa Bianca ad attuare misure di "buon senso", compresi esami più approfonditi sui precedenti degli acquirenti.