di Davide Sarsini Novak
Washington - Il generale dei Marines in pensione James Mattis è il grande favorito per diventare il segretario alla Difesa dell'Amministrazione Trump. Lo hanno riferito alla Cnn fonti vicine al team della transizione del presidente eletto. Dopo l'incontro di un'ora nell'ambito delle "consultazioni" tenute sabato in New Jersey, Donald Trump si sarebbe detto fortemente impressionato da Mattis al punto che viene considerato dal suo staff tra i favoriti per la guida del Pentagono, malgrado qualche sortita controversa come quando affermò che in Afghanistan sparare ai talebani era "un gran divertimento".
Soprannominato "Mad Dog", cane pazzo, il generale in pensione ha sempre detto di vedere nell'Iran una minaccia e di non condividere l'accordo del luglio 2015 sul suo programma nucleare, proprio come Trump. Mattis gode della stima dell'intero corpo dei Marines, di cui ha fatto parte per 44 anni, spesso guidando le truppe in guerra come nel sud dell'Afghanistan nel 2001 e in Iraq dal 2003, dove si distinse nella durissima battaglia di Falluja dell'anno dopo. Nel 2010 approdò alla guida del Central Command, posto da cui controllava tutte le forze americane in Medio Oriente. Da uomo di prima linea, però, il generale a quattro stelle ha usato a volte un linguaggio fin troppo diretto, in stile George Smith Patton: nel 2005 a una conferenza a San Diego affermò che "è un gran divertimento sparare a uomini che schiaffeggiano le loro donne per cinque anni perché non portano il velo", come in Afghanistan. Nel 2003 alle sue truppe impegnate in Iraq aveva detto: "Siate gentili, siate professionali ma dovete avere un piano per uccidere chiunque incontriate".
L'unico ostacolo per il "monaco-guerriero" (altro soprannome) potrebbe essere il via libera del Congresso: Mattis, infatti, ha smesso l'uniforme solo nel 2013 e la legge americana prevede che al Pentagono vada un civile che non sia più militare da almeno sette anni. I repubblicani, però, controllano Capitol Hill e non dovrebbero aver problemi a trovare un escamotage per far passare la nomina, come già accaduto in passato. Anche perché John McCain, presidente della Commissione Forze armate del Senato, si è dichiarato un suo "grande ammiratore". Per la poltrona della Difesa era dato in corsa anche un altro ex generale, David Petraeus.
Sabato Trump ha visto anche Mitt Romney, dato da molti in corso la carica di segretario di Stato. Al termine dell'incontro di un'ora e 20 minuti, incentrato sulle "minacce e sugli interessi degli Stati Uniti nel mondo", lo stesso Romney ha riferito che è stato "uno scambio di opinione molto approfondito. "Ho apprezzato l'occasione di parlare al presidente eletto e non vedo l'ora" di aver rapporti "con la prossima Amministrazione sulle cose che andranno fatte". Un'indiretta conferma che all'ex sfidante di Barack Obama nel 2012 potrebbe essere affidata la guida della diplomazia Usa con un'apertura all'establishment repubblicano.
E questo malgrado avesse sostenuto che "le prospettive per un futuro sicuro erano diminuite" con Trump. "Gli incontri in calendario mostrano come stiamo sollecitando e cercando idee e prospettive diverse mentre lavoriamo a formare la nuova amministrazione", ha spiegato Jason Miller, il portavoce del presidente eletto, "stiamo lavorando per unire il Paese". Trump ha visto anche Robert Woodson, l'afroamericano conservatore in corsa per la posizione di segretario per lo Sviluppo urbano; Patrick Soon-Shiong, l'oncologo miliardario che è stato consulente del vicepresidente Joe Biden nella sua campagna per la lotta al cancro; Michelle Rhee, la democratica che potrebbe diventare il prossimo segretario all'Istruzione.