Houston - A meno di una settimana dal voto per le presidenziali Usa dell' 8 novembre, il presidente Barack Obama si schiera contro l'Fbi e scende in campo per sostenere la candidata democratica Hillary Clinton.
In un'intervista a NowThis News Obama contesta l'operato dell'Fbi che ha annunciato l'apertura di una nuova inchiesta sulla candidata, per accertare "l'eventuale" rilevanza di nuove email. "Credo che ci sia una norma secondo la quale, quando ci sono indagini, non si opera su insinuazioni, su informazioni incomplete e non si opera sulla fuga di notizie", spiega Obama. "Si opera sulla base di concrete decisioni che sono state prese", ha attaccato il presidente.
Quando Hillary venne messa sotto inchiesta, l'ultima volta, per l'utilizzo di un server di posta privato mentre era Segretario di stato, "le conclusioni dell'Fbi, del dipartimento di Giustizia e delle ripetute indagini congressuali furono che lei aveva commesso degli errori ma che non era emerso nulla di perseguibile", ha tenuto a ricordare Obama.
Le parole del presidente Obama arrivano dopo il nuovo colpo dell'Fbi alla candidata democratica Hillary Clinton. L'agenzia investigativa diretta da James Comey ha pubblicato 129 pagine di documenti sull'inchiesta relativa alla grazia concessa dall'allora presidente Bill Clinton al finanziere americano Marc Rich, il "fuggitivo" morto in Svizzera nel 2013, accusato di aver evaso 48 milioni di dollari di tasse.
I PROTAGONISTI
Bill Clinton - presidente degli Stati Uniti dal 1993 al 2001
March Rich - finanziere americano
James Comey - direttore dell'Fbi
LA VICENDA
L'ultimo giorno del suo mandato, il 20 gennaio del 2001, il presidente democratico Bill Clinton concede la grazia al finanziere March Rich, fuggito in Svizzera per sottrarsi all'accusa di aver evaso al fisco statunitense 48 milioni di dollari. A indagare prima su Rich, poi sulla decisione di concedere l'atto di clemenza, fu l'allora procuratore del distretto meridionale di New York James Comey, destinato a diventare direttore dlel'Fbi nel 2013. L'indagine si concluse nel 2005 con un nulla di fatto, anche se tra le carte dell'indagine erano spuntate le donazioni di Rich ai Clinton.