Washington - Hillary Clinton avanza nei sondaggi per le presidenziali americane sul rivale, il candidato repubblicano Donald Trump: secondo l'ultimo, a firma NBC/Wall Street Journal, ormai e' avanti di 9 punti percentuali, 47 a 38% con una crescita di 5 punti percentuali rispetto a prima della Convention Democratica. E ormai a Washington il chiacchiericcio negli ambienti repubblicani e' continuo: Donald Trump dovrebbe lasciare la corsa presidenziale prima dell'Election Day. Anche perche' il timore e' che nel suo tracollo, il miliardario newyorkese potrebbe affossare anche la maggioranza repubblicana al Senato. Secondo The Politico Caucus, un gruppo di attivisti e analisti in 11 Stati cosiddetti 'Swing', quelli in cui il risultato e' sempre in bilico, la maggioranza degli attivisti nel partito (il 70%) vorrebbe che il magnate newyorkese lasciasse la corsa e fosse sostituito da un altro repubblicano. "Preferirei dare possibilita' a un chiunque altro candidato piuttosto che continuare con questo sicuro perdente che probabilmente ci costera' anche il Senato e molto di piu'", ha commentato un repubblicano del New Hampshire, in un questionario anonimo.
"L'effetto Trump ha il potenziale per essere devastante a novembre", ha rincarato la dose un elettore della Florida, non solo nelle elezioni di novembre ma anche per "molti anni a venire". Il regolamento interno del Partito Repubblicano prevede che, in caso di rinuncia del candidato ufficiale, il sostituto sia scelto dal Comitato Nazionale, composto da 168 membri; potrebbe anche essere riconvocata la Convention, anche se sembra altamente improbabile. In questo scenario e' probabile che non sara' pacifica la scelta del sostituto, ma la cerchia dei nomi sembra ristretta al senatore del Texas, Ted Cruz, oppure l'uomo che scelto da Trump come vicepresidente, Mike Pence e infine il presidente della Camera, Paul Ryan. In realta', Trump - e nel partito repubblicano ne sono ben consapevoli - non ha alcuna voglia di lasciare la partita; e interrogato sulla questione, il portavoce della sua campagna elettorale, Hope Hicks, ha risposto in una mail che "non c'e' nulla di fondato" nella querelle. Intanto, di fronte al crollo di consenso, lo staff ha consigliato a Trump di tornare a concentrarsi sulla Clinton, evitando terreni scivolosi come l'attacco al padre del soldato musulmano morto in Iraq o le diatribe interne al Gop, come il mancato endorsement a Paul Ryan. (AGI)