Cleveland - "Sono davvero orgogliosa di mio marito". Cosi' Melania Trump, moglie di Donald, star della giornata inaugurale della convention repubblicana di Cleveland. Impeccabile nel suo abito bianco firmato Roksanda, e' stata introdotta sul palco dal tycoon newyorchese che ha rotto con la tradizione che vuole l'arrivo del candidato alla convention del partito solo nella giornata finale, per accettare la nomination. L'ingresso di del tycoon newyorchese e' stato trionfale: e' apparso in contro luce, con effetto sfumato, sulle note dell'inno dei Queen, "We are the Champions". "E' mio grande onore presentare la prossima first lady degli Stati Uniti, mia moglie, un'incredibile madre ed una formidabile donna. Melania Trump", ha annunciato il miliardario. "Vinceremo e alla grande. Grazie a tutti", si e' limitato a dire prima di lasciare la scena all'aspirante first lady. "Con tutto il cuore so che Donald fara' una grande e duratura differenza", ha assicurato Melania. "Non si arrendera' mai e mai vi deludera'...lui sa come vincere. E se cercate qualcuno pronto a lottare per voi e il vostro Paese, lui e' l'uomo giusto", ha rimarcato la 45enne ex modella slovena.
It was truly an honor to introduce my wife, Melania. Her speech and demeanor were absolutely incredible. Very proud! #GOPConvention
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 19 luglio 2016
Se Trump diventasse presidente, Melania sarebbe la prima first lady americana non nata negli Stati Uniti dai tempi di John Quincy Adams, che aveva sposato la britannica Louisa. Visibilmente emozionate, con un accento straniero piuttosto marcato, non si e' limitata a delineare il carattere del marito che conosce da 18 anni. Ha presentato se stessa. "Sono nata in Slovenia, un piccolo bellissimo Paese allora comunista dell'Europa dell'Est...ho girato il mondo, lavorando duro nell'incredibile arena della moda", ha riferito, sottolineando l'orgoglio di essere poi diventata una cittadina americana. Ha dunque reso omaggio a Bod Dole, senatore veterano di guerra presente in sala al quale e' stata tributata una standing ovation. "Se avro' l'onore di servire come first lady, usero' questo meraviglioso privilegio per aiutare chi ne ha piu' bisogno - ha affermato - le donne e i bambini".
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Nel suo discorso, cui Melamia ha lavorato per quasi due mesi, aiutata da uno speechwriter, "cita" Michelle Obama nel suo applaudito discorso alla convention repubblicana di Cleveland a sostegno del marito Donald. "Fin da giovane i miei genitori mi hanno insegnato il valore del lavorare duramente per quello che si vuole nella vita, che le promesse vanno mantenute e che si deve fare cio' che si promette di fare", ha dichiarato Melania utilizzando le stesse parole di Michelle alla convention di Denver, nel 2008.
Fallita la tentata rivolta dei delegati irriducibili contro Donald Trump nella giornata inaugurale della convention repubblicana di Cleveland, a predere la parola anche Rudy Giuliani "Quello che ho fatto io per New York, Trump lo fara' per l'America" l'ex sindaco della Grande Melasul palco della convention repubblicana ha ricordato di aver trasformato la Grande Mela da capitale del crimine a citta' piu sicura degli Stati Uniti. "Per una volta c'e' un newyorchese nel ticket presidenziale", ha affermato prima di scagliarsi contro Hillary Clinton per l'attentato di Bengasi, in Libia, dove persero la vita quattro americani compreso l'ambasciatore Usa, Christopher Stevens. "Washington ha bisogno di un totale capovolgimento", ha rincarato Giuliani. "E Donald Trump e' l'agente del cambiamento - ha assicurato - sara' il leader del cambiamento di cui abbiamo bisogno". Giuliani, sindaco di New York dal gennaio del 1994 al dicembre del 2001, ha fondato una societa' di consulenza per la sicurezza e la gestione delle situazioni di crisi, dopo aver lasciato l'incarico. Tra gli speaker della prima giornata della convention di Cleveland e' intervenuto prima di Melania Trump. Di lui si parla come papabile procuratore generale se il miliardario venisse eletto presidente.
Sul palco aanche le due star di Hollywood, Willie Robertson di "Duck Dynasty" e Scott Baio, tra i protagonisti di Happy Days. Robertson ha promesso a chi si sente dimenticato che Donald Trump gli guardera' le spalle mentre Baio ha garantito sulla genuinita' delle intenzioni del tycoon newyorchese, prima di lanciarsi entrambi all'attacco di Hillary Clinton. Ma l'affondo piu' incisivo e' stato quello di Patricia Smith, madre di uno dei quattro americani uccisi nell'attentato di Bengasi, in Libia. Quasi in lacrime ha ricordato la sua ultima conversazione con il figlio, il giorno prima della sua morte. "Nessuno ci ascolta, a nessuno sembra importare. Il giorno successivo venne assassinato da terroristi dell'Islam radicale. Considero Hillary Clinton personalmente responsabile per la morte di mio figlio - ha accusato - personalmente". L'esperienza di Hillary Clinton, ha poi rincarato l'ex sindaco di New York, Rudy Giuliani "e' il motivo per cui non deve diventare presidente degli Stati Uniti". L'ultima ad intervenire e' stata la senatrice Joni Ernst dell'Iowa, dopo le 23.00, in un'arena quasi vuota. "Non possiamo permetterci altre quattro anni delle stesse fallimentari politiche", e' stata la chiosa. Il tema della seconda giornata e' "Rimettere l'America al lavoro". Interverranno, tra gli altri, il governatore del New Jersey Chris Christie, Tiffany Trump, Don Trump e Ben Carson. (AGI)