Washington - A sorpresa l'Indiana segna un punto di svolta nella corsa alla Corsa Bianca. La netta vittoria di Donald Trump ha di fatto consegnato al magnate newyorkese la nomination del Partito Repubblicano: dopo la rinuncia dalle primarie americane di Ted Cruz e di John Kasich, Trump di fatto è da solo.
Il governatore dell'Ohio era l'ultimo avversario di Donald Trump, anche se simbolico. "Oggi sospendo la mia campagna" elettorale, così Kasich durante un intervento a Columbus ha ufficializzato il ritiro dalla corsa per la nomination. Come è stato notato durante un'intervista, "se avesse corso mia moglie Keren avrebbe fatto meglio e io concordo". Cosi' il candidato repubblicano John Kasich, durante il suo discorso di addio, ha sottolineato il carisma della moglie e ha voluto ringraziare anche le figlie per l'impegno profuso durante i mesi di campagna, nonché il suo staff e tutti i volontari. "John sta facendo la cosa giusta". E' il commento di Donald Trump. Durante un'intervista alla Cnn, il tycoon newyorchese ha detto di considerare Kasich tra le opzioni al vaglio per il ticket presidenziale. In ogni caso, ha osservato Trump, "se non sara' selezionato come mio vice presidente potra' aiutarmi da governatore dell'Ohio".
Fine della corsa anche per Ted Cruz che la notte scorsa a Indianapolis ha annunciato il suo ritiro con un addio non proprio aggraziato. Il senatore del Texas, abbracciando il padre sul palco ha accidentalmente dato una gomitata in faccia alla moglie Heidi (VIDEO) .
Sul fronte democratico, Bernie Sanders ha avuto la meglio, seppur di misura, sulla favorita Hillary Clinton e ha avvertito che la partita è ancora tutta da giocare. In realtà l'inattesa vittoria alimenta il morale ma non intacca il primato matematico dell'ex segretario di Stato. Lei è già proiettata sulla ribalta presidenziale. Il senatore del Vermont punta a sedurre i superdelegati della Clinton, ma a questo punto la corsa verso la nomination dell'ex first lady sembra irreversibile.
Trump invece vola, ma ora deve conquistare il partito. Dopo una strepitosa campagna di neanche un anno, il miliardario populista senza alcuna esperienza politica ha eliminato 15 rivali - governatori, senatori, imprenditori - con caratteristiche ben più qualificate.
Celebrato nella Trump Tower di New York, circondato dai figli e la moglie Melania a fianco, Trump ha subito virato su toni 'presidenziali' e meno incendiari: ha voluto rendere omaggio a Ted Cruz definendolo un "duro avversario", "intelligente" e dal brillante futuro. Appena qualche ora prima lo aveva preso in giro invitandolo a smetterla di "sprecare tempo e denaro" e aveva accusato il padre di Cruz, Rafael, di apparire in una foto con Lee Harvey Oswald, pochi mesi prima dell'assassinio di Jfk. E ha girato la prua contro la Clinton: "Non sarà un buon presidente".
Trump: partito il toto-vice, il magnate punta su esperienza
Il presidente della Republican National Committee, Reince Priebus, ha con un tweet dato la sua benedizione a Trump e ha invitato tutti a unirsi e concentrarsi per sconfiggere la Clinton, con tanto di hashtag #Never Clinton. E' una svolta rispetto alla posizione dell'establishment repubblicano, finora restio ad identificarsi con il tycoon newyorchese.
Da minoranze ad 'assedio' Cleveland, 5 incognite per Trump
L'appello, almeno sui social media, non e' stato accolto a braccia aperte e alcuni repubblicani si sono detti pronti a votare Clinton piuttosto che Trump (Mark Salter, ex advisor di John McCain, o Ben Howe, direttore di RedState). Per Trump dunque adesso viene il bello: eredita un Gop che ha traumatizzato e diviso con la sua campagna. Deve unirlo. (AGI)