Teheran - Una donna presidente della Repubblica islamica dell'Iran: un tempo sarebbe stato impensabile ma ora, a 38 anni dalla vittoria della rivoluzione khomeinista nel Paese erede dell'antica Persia, una candidatura femminile potrebbe arrivare già alle presidenziali di maggio.
L'apertura di Khamenei
Nell'ultimo discorso alla nazione, prima del nuovo anno persiano, il 19 marzo, la guida suprema, l'ayatollah Seyyed Alì Khamenei, ha detto una frase che conferma le voci circolate sulla possibilità della candidatura di una o più donne alle presidenziali del 19 maggio: "Uomini e donne non sono diversi nell'accedere a posizioni di guida spirituale, a incarichi di potere e di leadership e nelle capacità di guidare l'umanità".
Le parole di Khamenei arrivano dopo l'annuncio del 18 gennaio con cui la parlamentare riformista iraniana Parvanè Salahshourì aveva anticipato all'agenzia Irna che i conservatori iraniani - i rivali del presidente Hassan Rohani - avrebbero deciso di proporre come proprio candidato Marziyeh Vahid Dastgerdi. Un'affermazione che inizialmente non era stata presa sul serio ma che ora appare più credibile dopo l'intervento della Guida suprema.
Il nome che circola: Dastgerdi, l'ostetrica ex ministro della Sanità
Classe 1959, Marziyeh Vahid Dastgerdi è un medico ostetrico specializzato e per 13 anni ha insegnato all'università di Teheran. E' stata la prima donna a ricoprire l'incarico di ministro della Repubblica Islamica, il terzo nell'intera storia dell'Iran. Appare in pubblico con il chador, il lungo velo nero, spesso è stata immortalata sorridente, fonti imparziali ammettono che ebbe un operato impeccabile durante il suo ministero e guidò la sanità iraniana in tempi di sanzioni e di crisi. Originaria di Isfahan, è la cugina di un cantante pop iraniano.
Nel 2009, Mahmoud Ahmadinejad, al suo secondo mandato, la nominò ministro della Sanità ma nel 2012, a seguito di una divergenza sorta con lo stesso Ahmadinejad, fu deposta dal suo incarico. Oggi prosegue la sua attività specialistica presso l'ospedale Arash. Khamenei l'ha nominata nel 2015 come membro della direzione dell'organizzazione di beneficenza "Comitato degli aiuti dell'Imam Khomeini".
A gennaio 2017 il suo nome ha cominciato a circolare tra gli ambienti conservatori come possibile candidato unitario in funzione anti-Rohani. "Potrebbe essere un'operazione di facciata, ovviamente. Ma potrebbe anche essere il segnale di un ripensamento globale della politica iraniana", spiega sul suo blog dedicato all'Iran lo scrittore italiano Antonello Sacchetti, che commenta così questo nuovo elemento sulla scena politica iraniana.
La frase della Costituzione che pone un ostacolo (superabile)
In base alla Costituzione iraniana, il presidente della Repubblica deve fare parte dei "Regial-e-Siyassì" (tradotto letteralmente "uomini politici"). Nel caso di una candidatura della Dastgerdi, sarà compito del Consiglio dei Guardiani, una sorte di corte costituzionale incaricata di confermare l'idoneità dei candidati, interpretare questa frase. In passato tantissimi esperti, soprattutto conservatori, hanno sostenuto che questa frase significa che una donna non può diventare presidente dell'Iran. Negli ultimi anni però, il portavoce del Consiglio dei Guardiani, Abbas Alì Kadkhodaee, ha spiegato che tale consiglio, interpretando la Costituzione, non si opporrebbe alla candidatura di donne. In pratica, per il potente Consiglio, formato da giuristi e sapienti religiosi, "Regial-e-Siyassì" significa "personaggi della politica" che possono anche non essere di sesso maschile.
Un nome rispettato dai conservatori. E dai riformisti
"E' un politico conservatore ma ha ottime posizioni per quanto riguarda i diritti delle donne e soprattutto si oppose coraggiosamente ad Ahmadinejad", ha spiegato Parvanè Salahshouri, deputato donna riformista al Parlamento, eletta dalla circoscrizione di Teheran. Lei ha spiegato che considera la Dastgerdi, anche se del fronte opposto, un personaggio rispettabile, qualificato e di grande esperienza. Secondo la Salahshourì, i conservatori non hanno un candidato carismatico da presentare e la dottoressa Dastgerdi sarebbe l'unica persona in grado di "giocarsela" con l'attuale presidente Rohani. E proprio da qui bisogna capire che il fronte riformista teme un simile sviluppo.
Le regine nella storia del Paese
Gli iraniani sono eredi dell'antica Persia e non sono stati pochi i casi di regine e di sovrane giuste ed eque. Arses è la regina persiana che avviò nel terzo secolo dopo Cristo l'insurrezione contro i Seleucidi greci: in suo onore la dinastia che nacque di seguito venne detta degli "Arsacidi". Nel periodo islamico, molte dinastie iraniane vennero guidate di fatto dalle regine. Un candidato donna, per la prima volta, avrebbe un appeal fortissimo tra una popolazione di un'età media di 31 anni in cui le donne sono tra le più dinamiche e libere di tutto il mondo islamico.