Istanbul - Passo indietro del premier turco, Ahmet Davutoglu, dopo lo scontro col presidente Recep Tayyp Erdogan. Il primo ministro e leader dell'Akp, il partito di maggioranza, ha annunciato che si fara' da parte, in attesa che il congresso straordinario del partito fissato per il prossimo 22 maggio decreti la nuova leadership, una carica per la quale lui non correra'. La decisione e' diventata definitiva in seguito alla riunione del direttivo del partito della giustizia e sviluppo di questa mattina, ma era gia' nell'aria dopo che il medesimo direttivo aveva sollevato il segretario dall'incarico di appuntare i segretari provinciali.
"Non ho rimpianti e non sento di aver fallito", ha detto Davutoglu, prima di assicurare che ha preferito "fare un passo indietro piuttosto che unirsi ad altri", e ribadire che rimarra' in buoni rapporti con il presidente Erdogan. "Non si tratta di una scelta, ma di una necessita', non posso correre per la leadership del partito", ha dichiarato Davutoglu.
Il premier uscente ha poi elencato i successi in ambito economico e nella lotta al terrorismo ottenuti nei mesi in cui e' stato primo ministro e ringraziato il governo, compresi i ministri ad interim che hanno lavorato con lui dopo le elezioni del 7 giugno, definite "un momento critico per la Turchia", traghettando il Paese verso le elezioni del 1 novembre 2015. Laconico per il momento il commento di Erdogan, che dal palazzo presidenziale gli ha augurato buona fortuna, sottolineando che "si tratta di una sua decisione".
Premier e il presidente erano reduci da un faccia a faccia durato ieri piu' di un'ora e mezza, in seguito al quale non erano state rilasciate dichiarazioni. Intanto, emergono i primi nomi dei candidati alla successione del premier: Berat Albayrak, ministro dell'energia e genero di Erdogan, Binali Yildirim, ministro delle Infrastrutture e falco del presidente, Bekir Bozdag, ministro della Giustizia, Numan Kurtulmus, vicepremier e infine Mehmet Muezzinoglu, ministro della Sanita'.
La tensione tra presidente e premier era scoppiata in seguito ad alcune dichiarazioni di quest'ultimo, due giorni fa, con le quali aveva spiegato di "non avere esitazioni rispetto alla prospettiva di fare un passo indietro". Parole a cui Erogan aveva replicato con l'invito a "non dimenticare come ha ottenuto l'incarico". Il presidente aveva poi rincarato la dose, affermando che "non c'e' differenza tra un sindaco che non ottiene l'appoggio della propria cittadinanza e un presidente che non e' amato dai propri cittadini", prima di definire "invincibile" chi ottiene il supporto del popolo. "Gli incarichi sono fatti per servire il popolo, non conta se sei un sindaco, un parlamentare, un ministro o un presidente", aveva sottolineato Erdogan.
Gli attriti sono continuati durante l'incarico di Davutoglu, quando premier e presidente shanno espresso opinioni divergenti sulla detenzione di giornalisti in attesa di giudizio e sulla riforma della costituzione turca in senso presidenziale. Argomenti rispetto ai quali Davutoglu ha espresso le proprie perplessita' sollevando il malcontento del presidente Erdogan.
Davutoglu e' diventato primo ministro il 27 agosto 2014, in seguito all'elezione di Erdogan a presidente della Repubblica. Nei mesi precedenti speculazioni e rumor dall'interno del partito, rivelarono presunti piani e manovre per sostituire alla sua leadershipla figura di Davutoglu.