Se Donald Trump dichiara guerra all’ambiente, l’ambiente risponde. Una ‘guerra’ che gli ambientalisti hanno deciso di combattere a modo loro... Piantando alberi. Per la precisione, miliardi di alberi, in modo da contrastare il cambio di politica inaugurato dal nuovo presidente americano. Non appena ha preso possesso dell’ufficio, ha infatti sconfessato la linea del predecessore Barack Obama, annunciando il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul clima faticosamente raggiunto a Parigi nel dicembre 2015.
Obiettivo 10 miliardi di alberi
I promotori della campagna ‘Trump Forest’ – sottotitolo, “dove l’ignoranza fa crescere alberi” – puntano a raggiungere i 10 miliardi di alberi donati entro il 24 dicembre 2017, per concludere con un albero di Natale da piantare proprio di fronte alla Casa Bianca. Una tale quantità di piante è necessaria per compensare le 650 milioni di tonnellate di Co2 (pari all’impronta ecologica annuale di 33 milioni di americani) che saranno rilasciate nell'atmosfera entro il 2025 se i piani del presidente andranno avanti come annunciato.
“Da quando Trump si è insediato, lo abbiamo visto attaccare più volte le iniziative volte a rallentare il cambiamento climatico generato dall’uomo: Trump ha dichiarato guerra a un clima salubre per la vita sulla Terra e noi lo combattiamo con un esercito di alberi”, ha spiegato il glaciologo Daniel Price, cofondatore dell’iniziativa, nata a marzo in Nuova Zelanda.
Finora gli alberi promessi superano i 463mila, grazie al sostegno di oltre 1.600 persone, per un totale di 60mila dollari investiti. Come spiega la Bbc, si possono donare i soldi per acquistarli e farli piantare nell’ambito di progetti di riforestazione della Eden Reforestation Projects in Madagascar, Haiti, Etiopia e Nepal o comprarli e piantarli direttamente da soli, mandando copia all’organizzazione. Con un solo dollaro si possono comprare 8 piante di mangrovie in Madagascar (potrebbero essere 10 se non ci fossero le spese della carta di credito, cosa che sperano di poter rimuovere a breve).
"Trump ignora una delle più grandi minacce per la Terra"
“Il presidente Americano Donald Trump non crede nella teoria scientifica del cambiamento climatico provocato dall’uomo. Vuole ignorare una delle più grandi minacce alla vita sulla Terra – scrivono i promotori della campagna – Trump vuole riportare il carbone nonostante gli scienziati ci dicano che non possiamo sostenerne la trasformazione in combustibile, e nonostante gli economisti ci dicano che ci siano più soldi e posti di lavoro disponibili nelle energie rinnovabili”. Da qui, l’idea di “piantare una foresta globale per compensare la monumentale stupidità di Trump”.
Per Jeremy Woods, vice direttore per la politica ambientale all’Imperial College di Londra, “il progetto è positivo” e “dimostra l’importanza di fare qualcosa adesso”. D’altra parte, è cauto perché “dobbiamo ricordare che piantare alberi richiede tempo e investimenti e quindi non tutti, in realtà molto pochi, dei 10 miliardi di alberi è probabile che vengano piantati nei prossimi 5 anni. La nuova foresta deve essere mantenuta per sempre se vogliamo che la CO2 sia tenuta lontana dall’atmosfera. E bisogna aiutare la produzione locale di cibo e le comunità che ci vivono”.
Sembra un compito immane, bisognerebbe coprire un’area grande quanto il Kentucky, ma non è impossibile. “E’ chiaramente una grande sfida – ha riconosciuto Price – ma solo di recente è stato battuto il record dall’India che ha piantato 66 milioni di alberi in un giorno. Se contribuiamo tutti insieme, è un obiettivo completamente realistico”.
Ed è un modo per combattere la frustrazione globale contro le politiche del nuovo inquilino della Casa Bianca, ha aggiunto l’altro co-fondatore del progetto, Adrien Taylor, ricordando che “solo una piccola percentuale della popolazione mondiale ha votato per Trump ma tutti, ovunque, pagano il costo della ignoranza climatica”.