"Sono un suo grande fan", l'accoglienza di Trump a Erdogan
Il presidente americano ha definito l'incontro "franco" e "molto produttivo". Il presidente turco ha auspicato l'inizio di un nuovo capitolo nelle relazioni con Washington

La recente offensiva turca contro i curdi in Siria e l'acquisto da parte di Ankara del sistema antimissili russo S-400 non hanno impedito al presidente Donald Trump di ricevere alla Casa Bianca con tutti gli onori l'uomo forte di Ankara, Recep Tayyip Erdogan, accompagnato dalla moglie Emine. "Sono un grande fan del presidente", ha dichiarato Trump, definendo l'incontro "franco" e "molto produttivo", durante la conferenza stampa congiunta.
"Siamo amici da molto tempo" praticamente "dal primo giorno", ha rimarcato l'inquilino della Casa Bianca che, con una mossa inusuale, ha invitato al bilaterale alcuni senatori repubblicani critici sull'incursione turca contro i curdi e preoccupati per il programma S-400 comprato da Ankara.
L'acquisto del sistema missilistico russo "rappresenta una sfida per gli Usa" ma l'auspicio è di risolvere la questione, ha rassicurato Trump. Quanto alla Siria, la situazione "è complicata" ma la tregua "sta tenendo" e la Turchia rappresenta un alleato chiave nella lotta contro l'Isis mentre la presenza militare statunitense nel Paese ora "è solo per il petrolio".
Erdogan ha esortato a distinguere tra curdi e terroristi curdi, rivendicando l'accoglienza di milioni di rifugiati e chiedendo all'Unione europea più aiuto per sostenerli. Ha poi reclamato l'apertura "di un nuovo capitolo" nelle relazioni con Washington, sulle quali avrebbe "gettato ombra" la risoluzione approvata dalla Camera dei Rappresentanti sul genocidio armeno. Sul tavolo anche la possibilità di un accordo commerciale "da 100 miliardi di dollari" per moltiplicare l'interscambio che "sarebbe grandioso per la Turchia e buono per noi", ha affermato Trump.
La visita di Erdogan a Washington, la prima dal maggio del 2017, è coincisa con il via alle audizioni pubbliche in Congresso sull'impeachment di Trump. "È una farsa, non doveva succedere", ha dichiarato il tycoon con al suo fianco Erdogan, assicurando di non averne guardato "neanche un minuto" ma ribadendo di voler conoscere l'identità della talpa che ha fatto scattare l'inchiesta sulla sua possibile messa in stato di accusa.
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