Viktoria Marinova, la giornalista bulgara stuprata e uccisa sabato in un parco, nell'ultimo periodo stava lavorando su una presunta corruzione che coinvolge i fondi dell'Ue. Lo riferisce il sito Politico.eu. Secondo la polizia non ci sono legami tra l'omicidio e il suo lavoro ma gruppi anti-corruzione e membri del Parlamento europeo hanno chiesto un'indagine completa sulla morte. "Scioccato dall'orribile assassinio in Bulgaria della giornalista investigativa Victoria Marinova. Chiedere urgentemente un'indagine completa e approfondita. I responsabili devono essere chiamati a renderne conto", ha twittato il rappresentante dell'Osce per la libertà dei media, Harlem De'sir.
Tre giornalisti uccisi in Europa in un anno
L'eurodeputata dei Liberali Sophie Veld ha fatto notare su Twitter che quello di Marinova è il terzo omicidio di un giornalista nell'Ue in un anno. La giornalista maltese Daphne Caruana Galizia è stata uccisa da un'autobomba nell'ottobre 2017, mentre il giornalista slovacco Ja'n Kuciak è stato ucciso in casa a febbraio.
L'ultima inchiesta di Marinova, che lavora per l'emittente locale Tvn, ha riguardato un'indagine di un gruppo di giornalisti bulgari su società coinvolte in progetti infrastrutturali finanziati dall'Ue e amministrati dalle autorità locali. Ha affermato che il 30-40% dei finanziamenti ricevuti da un gruppo di società è stato perso per corruzione e tangenti. A fine settembre, Marinova aveva intervistato due giornalisti che lavoravano alla storia, poi arrestati dalla polizia bulgara, a quanto riferisce 'Progetto di report' su criminalità organizzata e corruzione.
Gli altri casi di giornalisti uccisi negli ultimi mesi nell'Ue sono quello della maltese Daphne Caruana Galizia, fatta saltare in aria con una bomba piazzata nella sula vettura esattamente un anno fa, e di Ján Kuciak, ujn reporter slovacco ucciso a febbraio con la sua fidanzata.
Un paese difficile per cercare la verità
Secondo le statistiche di Giornalisti senza Frontiere (Rsf), la Bulgaria è al 111mo posto al mondo nella classifica sul rispetto della libertà di informazione. In assoluto, è l'ultimo paese dell'Unione Europea. Secondo l'organizzazione, "la diffusa corruzione, la scarsa chiarezza sulla proprietà degli organi di informazione, i sospetti di collusioni tra giornalisti, politici e oligarchi hanno reso il giornalismo obiettivo una vera corsa a ostacoli".