All'autore della strage in Texas, Devin Kelley, doveva essere proibito comprare armi per le sue condanne quando era militare in Aeronautica, ma l'Air Force non le comunicò e quindi non furono inserite nel database dei criminali gestito dall'Fbi, scrive Repubblica.
E' la novità emersa nelle indagini sul massacro nella chiesa battista di Sutherland Springs, in Texas, dove domenica sono state uccise 26 persone. Ad ammettere l'errore è stata la portavoce dell'Air Force, Ann Stefanek, in una nota, riporta il Corriere
Una lunga storia di violenza
Kelley, nel 2012 era stato condannato per violenza domestica, contro la moglie, ripetutamente picchiata, e contro il figlio di lei a cui aveva procurato una frattura al cranio. Kelley era stato recluso per 12 mesi in una base navale in California e poi era stato cacciato dall'aviazione per cattiva condotta nel 2014. Ma la condanna per violenza domestica non è mai stata inserita nel National Criminal Information Center.
Ciò avrebbe comportato automaticamente per Kelley il divieto di acquistare o possedere armi, compreso il fucile Ruger ar-556 comprato nell'aprile del 2016 in un negozio di San Antonio e usato per la strage. Nella chiesa di Southerland Springs sono stati rinvenuti centinaia di bossoli e 15 caricatori da 30 proiettili ciascuno.
Il movente? La famiglia
Intanto si è rafforzata l'idea che alla base della strage ci fossero tensioni in famiglia e in particolare un litigio con la suocera - scrive Reuters - che frequentava la chiesa teatro della strage, ma che domenica non si trovava lì. Tra le vittime c'è però la madre della donna, Lula White che faceva spesso volontariato nella chiesa dove è morta.
Gli inquirenti hanno riferito che l'assassino negli ultimi giorni aveva mandato sms di minacce alla suocera, come ha raccontato lei stessa dopo essersi presentata spontaneamente alla polizia insieme al marito, riporta la Cnn. L'età delle vittime del massacro va dai 18 mesi ai 5 ai 72 anni. Oltre ad Annabelle, figlia 14enne del pastore Frank Pomeroy, è stata sterminata quasi un'intera famiglia con otto vittime: moglie e marito, Karla e Bryan, il figlio Marc Daniel e la nipotina di un anno, la nuora Chrystal, all'ottavo mese di gravidanza, e tre dei figli della donna; gli altri due figli, insieme al marito, John Holcombe, sono sopravvissuti.