Sotheby’s, una delle più importanti case d’asta della storia, è stata venduta alla BidFair Usa dell’imprenditore e collezionista d'arte Patrick Drahi per 3,7 miliardi di dollari. Drahi, come scrive il Sole 24 Ore, "ha costruito una fortuna miliardaria nei media e nelle telecomunicazioni raggiungendo un'intesa che lo vedrà versare 57 dollari in contanti per ciascuna azione di Sotheby's, cifra che rappresenta un premio del 61% rispetto alla chiusura in Borsa di venerdì scorso. Come risultato della transazione, la casa d'aste tornerà a essere una società non quotata dopo 31 anni al New York Stock Exchange”.
Un nuovo inizio, non una fine, come ha dichiarato lo stesso Ceo di Sotheby's, Tad Smith: “L'acquisizione offrirà a Sotheby's l'opportunità di accelerare il programma di iniziative di crescita degli ultimi anni in un clima più flessibile”. Dopo l'operazione il titolo in borsa si è impennato del 57%, una sorta di canto del cigno in realtà, per una società che nell’ultimo anno era sprofondata del 40%.
Parliamo di un vero colosso del settore, un’azienda che insieme a Christie’s controlla un mercato che, dalla metà del ‘700 (l’11 marzo del 1744 nello specifico la prima asta tenuta da Samuel Baker, zio di John Sotheby che poi darà il nome al business) ha letteralmente conquistato il mondo. Solo in Italia Sotheby’s ha uffici a Roma, Milano, Torino e Firenze.
Ma come funziona esattamente una casa d’aste?
Il termine deriva da una vecchia usanza romana che consisteva nell’annunciare la vendita del un bene di un debitore con una lancia conficcata nel terreno. Poche sorprese in realtà rispetto a quanto il mondo del cinema ha raccontato in film come La migliore offerta di Giuseppe Tornatore o la commedia Mickey occhi blu con Hugh Grant.
Le aste sono pubbliche, aperte a tutti, non è richiesta prenotazione, si può partecipare presenziando o rispondendo al telefono iscrivendosi al sito della casa, anche semplicemente tramite Facebook. Scelte, queste ultime, spesso opzionate da chi preferisce non abbinare la proposta ad un nome specifico e troppo riconoscibile. C’è da considerare però il fatto che a parità di offerta l’opera finisce nelle mani dell’acquirente fisicamente presente durante l’asta.
Il banditore fa partire l’asta da un prezzo inferiore di circa il 20% la valutazione dell’opera, o meglio, la cifra minima stabilita prima dell’asta tra il venditore e la casa d’asta (viene chiamato in gergo “prezzo di riserva”). Successivamente si raccolgono le offerte con la più alta che si aggiudica il pezzo. La casa d'asta, però, non può vendere ad un prezzo inferiore rispetto al suddetto prezzo di riserva. Se l’offerta migliore non raggiunge quel prezzo la vendita non viene effettuata.
Chi vince la gara viene detto aggiudicatario e il prezzo che ha offerto per il lotto “prezzo di aggiudicazione”. L’aggiudicatario firma un modulo in cui si comprova l’avvenuta transazione e lascia i propri dati fiscali. Il tempo per effettuare il pagamento e ritirare l’opera è di circa una settimana. Come spiega il sito canalearte.tv “Al prezzo di aggiudicazione vanno aggiunti i diritti d’asta che variano dal 15 al 20%. Il profitto per l’attività di intermediazione, infatti, applicato sia nei confronti dei venditori che nei confronti degli acquirenti, risponde a dei diritti fissi imposti dalle case d’asta in percentuale, che variano quindi da una casa d’aste all’altra. Per facilitare gli acquisti le case d’asta contribuiscono con fidi, prestiti e dilazioni”.
In verità, come ha confidato anni fa lo stesso presidente di Sotheby’s il fatturato delle case d’asta si realizza sulla mediazione di vendite di piccoli valori (tra i 5 mila e i 15 mila euro) e solo una minima parte proviene dalle vendite più importanti e da record. La transazione in un’asta pubblica a prezzi eccezionali è un’operazione di marketing ben precisa, sia da parte della casa d’aste che da parte dell’acquirente, che la utilizzano come veicolo pubblicitario.
Il sito specializzato Travel On Art invece suggerisce “Chi desidera entrare in contatto con le case d’asta e magari acquistare qualcosa, deve prepararsi all’asta a cui parteciperà procurandosi il catalogo e studiandolo dettagliatamente: "All’interno è indicata la valutazione delle opere d’arte, che ovviamente non è casuale, ma dipende da una lunga serie di variabili: l’autenticità, l’interesse del mercato in quel momento per opere del genere, lo stato di conservazione dell’opera, la corrente artistica, l’autore, il ruolo dell’artista nella storia dell’arte, il materiale usato, le caratteristiche estetiche oggettive, lo storico dell’opera in questione e molte altre ancora”.