Scozia: da petrolio a banche, cosa accadrebbe con l'indipendenza
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Scozia: da petrolio a banche, cosa accadrebbe con l'indipendenza

Scozia: da petrolio a banche, cosa accadrebbe con l'indipendenza

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(AGI) - Roma, 17 set. - Mentre, a un giorno dall'apertura delleurne, l'esito del referendum sull'indipendenza della Scoziacontinua ad apparire estremamente incerto, gli economisti sistanno interrogando da mesi su quali sarebbero le conseguenzeeconomiche del divorzio di Edimburgo dal Regno Unito. Il nuovoStato, con una popolazione di 5,3 milioni di abitanti eun'estensione territoriale pari a quella della Repubblica Ceca,potra' sicuramente contare su un sottosuolo ricco diidrocarburi, sulle esportazioni di distillati e su una fiorenteindustria turistica, mentre e' tutto da scrivere il futuro diun settore finanziario oggi grande dieci volte un Pil da 211miliardi di dollari (circa le stesse dimensioni di economiecome il Qatar e la Grecia), con le maggiori banche che valutanodi trasferire la sede a Londra nel caso prevalgano i si'. ADDIOALLA STERLINA - Alex Salmond, il premier indipendentistascozzese, ha assicurato che la Scozia (che gia' stampa da solale sue banconote, diverse per grafica e dimensioni da quelleemesse in Inghilterra) potra' continuare a utilizzare lasterlina anche dopo la secessione, una possibilita' che,invece, i leader dei principali partiti a Westminster escludonoradicalmente. Non manca a Edimburgo chi propone un ingressonell'euro, sebbene, nel breve periodo, l'ipotesi piu'facilmente percorribile potrebbe essere l'emissione di unanuova valuta da agganciare all'euro con un cambio fisso (comeavviene, ad esempio, con il lev bulgaro) in attesadell'adesione alla moneta unica. - L'INCOGNITA DELL'INFLAZIONE - Una nuova valuta agganciataall'euro potrebbe anche attutire il concreto rischio di unarapida svalutazione nei confronti della sterlina che potrebbecausare forti aumenti dei prezzi al consumo pagati dagliscozzesi, in particolare per quanto riguarda i beni importatidal Regno Unito. Un agganciamento alla sterlina, secondo alcunianalisti, sarebbe invece da evitare, in quanto ridurrebbe lospazio di manovra di Edimburgo in campo fiscale e monetario.Salmond, ad ogni modo, appare disposto a discutere almenoun'unione doganale con Londra, per evitare ulteriori costi perle imprese. - LE BANCHE PENSANO AL TRASLOCO - In Scozia hanno sede duecolossi come Royal Bank of Scotland e la banca commerciale Bankof Scotland, controllata dal gruppo Lloyds. Entrambi gliistituti, insieme a Clydesdale e Tesco, hanno fatto sapere che,se vinceranno i si', saranno costretti "per motivi tecnici" aspostare la sede da Edimburgo a Londra. Rbs ha comunquegarantito che non ci saranno ne' trasferimenti forzati ne'tagli dell'occupazione. Si tratterebbe, in definitiva, di unascelta obbligata dato che sia Rbs che Lloyds, nazionalizzate aitempi della crisi finanziaria del 2008, hanno ancora il governobritannico come principale azionista. LA PARTITA DEL PETROLIO -E' nelle acque territoriali scozzesi che si trovano queigiacimenti del Mare del Nord dai quali proviene larga partedella produzione petrolifera del Regno Unito. Nei 18 mesi cheSalmond prevede saranno necessari per gestire la secessioneinsieme a Downing Street, uno dei principali temi da discuteresara' quindi la spartizione dei ricavi delle attivita'estrattive, che contano per il 19% del Pil della Scozia e peril 2% dell'economia dell'intera Gran Bretagna. Ricavi che,pero', continuano a scendere, sia per il forte calo dei prezzisui mercati internazionali che per il tracollo dellaproduzione, diminuita del 40% solo negli ultimi quattro anni. Iproventi fiscali, invece, resterebbero alla Scozia, che avrebbequindi la possibilita' di costruire un fondo per il welfarealimentato a idrocarburi, seguendo l'esempio norvegese. Legrandi major petrolifere si sono pero' schierate con il no. BobDudley e Ben van Beurden, numeri uno di Bp e Royal Dutch Shell,hanno affermato che conservare l'unione con Londra "sarebbepositivo per l'industria petrolifera e l'economia". Il timoredegli operatori e' che una Scozia indipendente non possagarantire gli investimenti necessari. - TASSE PIU' BASSE PER ATTRARRE INVESTIMENTI - Per attrarreinvestimenti esteri, Salmond promette che la neonata nazioneavra' un sistema fiscale "competitivo". Che aprire le portealle aziende straniere grazie a un erario autonomo possa essereuna delle carte vincenti di una Scozia indipendente lo hadimostrato lo stesso premier britannico David Cameron che, perscongiurare la vittoria dei si', si e' precipitato a promettereagli scozzesi piu' liberta' decisionale in questo settore. - MA I CITTADINI RISCHIANO LA STANGATA - Secondol'Institute for Fiscal Studies (Ifs), una Scozia indipendentesoffrira' all'inizio di un 'fiscal gap' pari quasi al 2%. Percompensare la perdita per l'erario, prosegue l'Ifs, Edimburgopotrebbe essere costretto ad aumentare dell'8% la tassa suiredditi o incrementare l'Iva del 7%. In alternativa, la Scoziapotrebbe ridurre la spesa pubblica del 6% o tagliare i servizipubblici dell'8%. "L'indipendenza puo' avere i suoi costi, perquanto essi debbano ancora essere dimostrati, ma ha anche isuoi benefici", osserva Joseph Stiglitz, il premio Nobel che faparte della squadra di consulenti economici del fronteindipendentista. - RISCHI PER IL SETTORE IMMOBILIARE - Alcuni operatori immobilari, come Zoopla, prevedono che iprezzi delle abitazioni siano destinati a crollare del 17,5% incaso di vittoria dei si', in quanto molte aziende sposterebberola sede a Londra. Si tratta, in realta', di una questionecontroversa, in quanto, come si e' detto, Salmond ha promessodi prevenire un'eventuale fuga di imprese tramite agevolazionifiscali. Un crollo del mercato immobiliare, inoltre,consentirebbe di controbilanciare una possibile impennatadell'inflazione. - LA SICUREZZA DEL TURISMO - Secondo i dati del 2013, ilturismo contribuisce all'economia scozzese in una misura pari aquasi il 5%, generando 10 miliardi di sterline di attivita'economica, compreso l'indotto. L'anno scorso i turisti hannospeso nel Paese 9 miliardi di sterline. Gli occupati nelsettore sono invece 181.500, il 7% degli occupati totali. - E LA CERTEZZA E DEL WHISKY - Un'altra filiera sulla qualeEdimburgo potra' contare in qualsiasi scenario e' quella deidistillati. Il valore delle esportazioni dei celebri scotchwhisky ha raggiunto l'anno scorso i 4,3 miliardi di sterline. Ei numeri potrebbero diventare ancora piu' ricchi se Salmond,come promesso, abbassera' le tasse sull'alcol per brindare auna vittoria dei si'. Secondo un rapporto di Credit Suisse, abeneficiare maggiormente dall'indipendenza sarebbero proprio igrandi produttori di alcolici come Diageo e Pernod-Ricard. .
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