Damasco - Sono in corso violenti bombardamenti e scontri alla periferia orientale di Damasco: lo riferiscono fonti giornalistiche sul posto. Gruppi armati hanno tentato di entrare nella capitale attraverso il quartiere di Jobar e sono stati respinti dalle truppe di Assad. Jobar e' stato campo di battaglia per piu' di due anni e la popolazione ha evacuato quasi del tutto la zona. Oggi sono stati sparati missili e granate. A Jobar è presente il gruppo Fateh al Sham, ex Fronte Al Nusra, in passato alleato di Al Qaeda. Il direttore dell'Osservatorio siriano per i Diritti Umani, Rami Abderrahman, ha riferito inoltre che truppe e veicoli turchi hanno attraversato la frontiera del Paese con la Siria in una zona sotto il controllo di fazioni islamiche nel nord della provincia settentrionale di Aleppo. La Turchia appoggia i gruppi armati siriani che lottano contro l'Isis.
In Siria è in vigore una fragile tregua, iniziata lunedì scorso dopo un accordo tra Mosca e Washington. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu terra' una riunione urgente nella notte italiana, per valutare i dettagli della tregua e decidere se appoggiarla. I membri del CdS si riuniranno dalle 17:30 pomeridiane, le 23:30 in Italia a porte chiuse, alla presenza dei capi delle diplomazia di Usa e Russia, John Kerry e Serghei Lavrov.
Di oggi è la notizia che secondo il viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, l'accordo raggiunto a Ginevra non contiene elementi che riguardino il futuro del presidente siriano Bashar al-Assad. Bogdanov ha parlato all'agenzia Ria Novosti. A suo dire, il destino del leader di Damasco è un problema "che riguarda esclusivamente i siriani" e gli accordi con Washington non hanno assolutamente trattato la questione del processo di transizione. Bogdanov ha poi confermato che "vi è l'idea" di rafforzare l'accordo raggiunto con gli Usa, anche nel quadro del Consiglio di sicurezza Onu, ma ha spiegato che per farlo bisogna "rendere pubblici" i documenti; ipotesi su cui fin dall'inizio preme Mosca, anche "per evitare speculazioni", come ieri ha detto il ministero degli Esteri. (AGI)