Schiaffo all'Isis, curdi avanzano in Siria
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Schiaffo all'Isis, curdi avanzano in Siria

Schiaffo all'Isis, curdi avanzano in Siria

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(AGI) - Roma, 16 giu. - Battuta d'arresto dell'Isis che hasubito la sua piu' pesante sconfitta in Siria dalla creazione,nel giugno 2014, del 'califfato': le forze curde hannocatturato Tel Abyad, citta' di frontiera con la Turchia e puntodi transito vitale per i jihadisti. E adesso, dopo aver conquistato villaggi e territori nellaprovincia, le Unita' di protezione del popolo curdo (Ypg) hanno spinto l'Isis a barricarsi nella loro 'capitale' siriana,Raqqa, a 80 chilometri dal confine turco. Ma hanno anche presoil controllo della strada di collegamento verso Raqqa, in talmodo bloccando le vie di rifornimento di armi, petrolio e anche'foreign fighters'. Come per Kobani anche per Tel Abyad, un esercito di terraorganizzato e motivato, fiancheggiato dagli aerei dellacoalizione anti-jihadista guidata dagli Usa e dai ribellisiriani, ha reso possibile la vittoria. Non la prima se siconsidera che, da gennaio, sono stati sottratti all'Isis piu'di 500 i villaggi curdi e cristiani. Una grande vittoria,secondo quanto hanno fatto sapere gli uomini dell'Ypg, alamilitare del Pyd, partito curdo moderato e secolare che puntaall'indipendenza per il proprio popolo. La vittoria curda a Tel Abyad rischia pero' di esasperarela Turchia: le milizie dell'Ypg sono i 'cugini' del Partito deiLavoratori del Kurdistan, il Pkk, considerato da Ankara (maanche da Ue e Usa) un gruppo terroristico. I curdi siriani,esattamente come quelli iracheni, vogliano creare un territorioautonomo lungo la frontiera con la Siria. Proprio oggi 260leader curdi si sono riuniti a Qamishli per discutere dellasituazione politica e delle prospettive di indipendenza dellaregione. Il presidente curdo-iracheno Massud Barzani avrebbefissato il termine dell'indipendenza in due anni rilanciando difatto il progetto di uno stato curdo che comprenda il Kurdistansiriano e iracheno. Ankara ha gia' accusato i curdi di aver effettuato una'pulizia etnica', cacciando dai propri villaggi gli abitantiarabi e turcomanni. L'accusa, rilanciata anche dai ribellisiriani e rispetto alla quale non vi sono prove di nessun tipo,e' stata prontamente respinta dall'Ypg, attraverso il proprioportavoce Radur Khalil : "Il nostro unico nemico e' l'Isis.Agli arabi di Tel Abyad diciamo di non lasciare la citta', nonhanno motivo di andare in Turchia". L'altra faccia della guerra e' infine la crisi umanitaria:solo da inizio giugno circa 17.000 profughi hanno passato ilconfine di Akcakale diretti in Turchia, dove attualmente ilnumero di profughi siriani quasi sfiora i 2 milioni. Come hasottolineato William Spindler, un portavoce dell'Altocommissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), i profughi sono"esausti e arrivano con solo poche cose, alcuni dopo avercamminato per giorni". (AGI)
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