Nicolas Sarkozy, 64 anni, sarà processato per corruzione e traffico di influenze. È la prima volta dall'inizio della Quinta Repubblica, quindi dal 1958, che un ex presidente viene processato per un simile reato.
Sarkozy dovrà rispondere dell'accusa di corruzione di un alto magistrato della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert, un caso scoperto e rivelato da intercettazioni telefoniche. L'accusa è di aver tentato all'inizio del 2014, tramite il suo avvocato Thierry Herzog, di ottenere informazioni segrete da Azibert nell'ambito di un procedimento riguardante il sequestro delle sue agende nell''affaire Bettencourt.
La vicenda riguarda presunti pagamenti illegali da parte di Liliane Bettencourt, la miliardaria ereditiera dell'Oreal, a membri del governo legati a Sarkozy in cambio di una raccomandazione per il giudice per una posizione prestigiosa a Monaco.
Gli inquirenti avevano meso sotto controllo il telefono di Sarkozy perché sospettavano che avesse potuto ricevere finanziamenti dal regime libico di Gheddafi durante la campagna che nel 2007 lo aveva portato all'Eliseo. Dalle intercettazioni tra l'ex presidente e il suo avvocato si è scoperto che i due tentavano di ottenere, attraverso Azibert, informazioni riservate sull'inchiesta volta a verificare se Liliane Bettencourt avesse finanziato in maniera illegale la sua campagna elettorale.
Alcune di queste conversazioni, pubblicate sulla stampa, lasciavano intuire che Sarkozy fosse disposto ad aiutare il giudice a ottenere una posizione a Monaco in cambio di una decisione della Corte Suprema a lui favorevole sul caso Bettencourt. A marzo 2016, la giustizia ha definitivamente convalidato la quasi totalità delle intercettazioni sulle quali si basa la sua incriminazione, il che ha spianato la strada al processo. E sono stati respinti tutti i ricorsi che l'ex presidente aveva presentato a partire da ottobre 2018.
Sarkozy sta inoltre aspettando l'avvio di un altro processo per il presunto finanziamento irregolare della sua campagna alle elezioni presidenziali del 2012. È il cosiddetto 'caso Bygmalion', una presunta trama di fatture false per nascondere i conti ed eludere i limiti di spesa elettorale. Secondo l'accusa, avrebbe speso almeno 42,8 milioni di euro rispetto ai 22,5 milioni autorizzati. Nel processo sono incriminati anche il suo ex braccio destro all'Eliseo, Claude Guéant e l'ex tesoriere della campagna, Eric Woerth.