Russia: intervista al viceministro degli Esteri, Mikhail Bogdanov
ADV
ADV
Russia: intervista al viceministro degli Esteri, Mikhail Bogdanov

Russia: intervista al viceministro degli Esteri, Mikhail Bogdanov

di lettura
(AGI) - Mosca, 14 set. - Dalla lotta all'Isis all'accordo sulnucleare iraniano, senza tralasciare la crisi siriana el'emergenza migranti. Di seguito riportiamo un'intervistaall'AGI al viceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov,rappresentante speciale del Cremlino per il Medio Oriente e iPaesi africani, sui principali dossier che interessano laregione.CONTIAMO SU ONU PER FORMARE COALIZIONE INTERNAZIONALE ANTI-ISIS- "La Russia e' impegnata in sforzi multivettoriali pergarantire la realizzazione" dell'iniziativa del presidenteVladimir Putin di formare un ampio fronte contro la minacciadell'Isis, "con la partecipazione degli attori chiaveinternazionali e dei Paesi della regione mediorientale,compresi sicuramente Siria e Iraq", spiega Mikhail Bogdanov. Asuo dire, Mosca conta sul fatto che al raggiungimento di taleobiettivo "contribuira' anche la sessione aperta del Consigliodi sicurezza Onu sul tema del 'Mantenimento della paceinternazionale e della sicurezza: soluzione dei conflitti inMedio Oriente e Africa settentrionale e la lotta contro laminaccia del terrorismo', proposta dalla Russia e in programmaa New York a fine mese nell'ambito della presidenza russa diturno del Consiglio di sicurezza. "L'attualita' del temasopracitato e' difficile da sovrastimare. - ha aggiuntoBogdanov - In Medio Oriente e in Africa settentrionale si staformando una situazione estremamente difficile e non e'esagerato dire, critica. Ai vecchi conflitti, prima di tuttoquello arabo-palestinese, si stanno aggiungendo nuove crisi. Laregione e' piena di sanguinosi conflitti di vasta portata inSiria, Iraq, Yemen e Libia che si alimentano a vicenda". Tuttoquesto, ha ammonito, favorisce la "crescita acuta dei rischiterroristici". "Il risultato dell'invasione dell'Iraq nel 2003e dopo anche il tentativo di interferenza esterna nel conflittoin Siria, compreso il flirtare con l'opposizione armata, e'stata l'apparizione di una minaccia senza precedenti perdimensione: l'Isis". In questo contesto, ha aggiunto ilviceministro, "e' di urgente necessita' condurre un'analisionesta e completa dei conflitti nello spazio del Medio Orientee dell'Africa del Nord, con determinati orientamenti per ilnostro lavoro collettivo, compreso il vettore delcontro-terrorismo, sulla base della Carta delle Nazioni Uniteal fine di costruire un'architettura efficace di sicurezzaregionale". A suo dire, "un'autentica soluzione dei problemiesistenti e' possibile solo attraverso un approccio generale,sulla base durevole del diritto internazionale, senza doppistandard e con il supporto di risoluzioni del Consiglio disicurezza". La sessione sul 'Mantenimento della paceinternazionale e della sicurezza' dovrebbe portare all'adozionedi una dichiarazione, "in cui si porrebbe l'accentosull'urgenza dell'implementazione delle misure per la soluzionee la prevenzione dei conflitto nello spazio del Medio Oriente edell'Africa del nord, con un focus sugli ulteriori possibilipassi per interrompere i rischi terroristici nella regione"."Contiamo su un'ampia e interessata partecipazione ad altolivello degli Stati membri dell'Onu", ha concluso Bogdanov. ISIS: "NON SI PUO' FARE DIFFERENZA TRA AIUTI A IRAQ E SIRIA" -La Russia nota nei Paesi occidentali una "ostinata mancanza divolonta' di capire che nel sanguinoso dramma siriano il caricoprincipale nella lotta all'Isis, Jabhat al-Nusra e agli altriestremisti a loro simili e' sulle spalle dell'esercitonazionale siriano e delle forze speciali", denuncia ilviceministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov, ribadendo lanecessita' di includere anche Damasco in un'ampia coalizioneanti-terrorismo. "A differenza di alcuni partner occidentali -ha sottolineato Bogdanov - noi non ci riteniamo in diritto ditracciare alcuna linea di separazione: per esempio, con leautorita' irachene si puo' e si deve coordinare la lotta alterrorismo e con Damasco no". "L'iniziativa del presidentePutin per la formazione di un unico fronte anti-Isis - haaggiunto - implica il rifiuto dell'applicazione di doppistandard, il rispetto chiaro delle basi di dirittointernazionale del contrasto al terrorismo, l'inclusionedell'esercito siriano in questo obiettivo e anche unacooperazione efficace di tutti i principali player regionali,con il sostegno di quelli internazionali. Solo cosi' saremonella condizione di superare questo male". "Gli interventidella coalizione internazionale anti-Isis, guidata dagli Usa eche non prendono in considerazione tali fattori, come stiamovediamo con i nostri occhi, in nessun modo hanno influenzatol'attivita' dell'Isis e degli altri radicali", ha poidenunciato. IRAN: "DOPO ACCORDO NUCLEARE ORA COOPERAZIONE CONTRO ISIS" -"Al Medio Oriente e al Golfo Persico non serve una nuova corsaagli armamenti. Con la sigla del piano d'azione congiuntoglobale per soluzione della questione nucleare iraniana si sonorafforzate le premesse per l'avvio della formazione di una zonanella regione libera da armi di distruzione di massa" e si sonoposte le condizioni per la cooperazione regionale nella lottaall'Isis, spiega Mikhail Bogdanov, invitando "tutta lacomunita' internazionale, in particolare gli Stati dellaregione, a utilizzare questa nuova possibilita'". Commentandoin un'intervista scritta con AGI le conseguenze dell'accordoraggiunto a luglio dai "5+1" con l'Iran, Bogdanov ha spiegatoche per la Federazione l' accordo "e' vantaggioso per glistessi motivi, per cui lo e' anche per tutta la comunita'internazionale". A suo dire, si tratta di "una pietra miliarestorica che permette di rafforzare il regime di nonproliferazione nucleare, la sicurezza regionale einternazionale e anche di riportare l'Iran nel quadro di unanormale cooperazione economica e politica con la comunita'internazionale. Questo e' nell'interesse di tutti". "Con il raggiungimento dell'accordo e' stato annullato ilproblema internazionale piu' critico, che per gli ultimi diecianni ha continuamente minacciato di trasformassi in un apertoconfronto armato - ha sottolineato - Questo, senza dubbio avra'un effetto positivo. L'Iran e i suoi vicini della regione hannoora la possibilita' di costruire un dialogo sulle questioniregionali. Spetta a loro, ora, cercare insieme i modi perrisolvere i problemi della sicurezza regionale. E' giunto ilmomento per tutti i Paesi del Medio Oriente di unire le forzenella lotta contro la minaccia terroristica. Sono state postecondizioni favorevoli per la cooperazione nella soluzione deiproblemi regionali, tra cui la Siria, la situazione in Yemen ela lotta all'Isis". Per quanto riguarda i riflessi nellerelazioni tra Russia e Usa, a detta del viceministro "tutto ilprocesso negoziale e l'accordo raggiunto sull'Iran dimostranoin modo chiaro che possiamo lavorare insieme sulle piu'complicate questioni internazionali e che i benefici di questolavoro onesto sono molti di piu', che non quelli dei testardi esterili tentativi di isolare la Russia". SIRIA: "GARANTIRE UNITA' PAESE E NO A INTERFERENZE ESTERNE" - I punti chiave del cosiddetto piano iraniano per la soluzionedella crisi in Siria sono "il sostegno alla sovranita' eall'unita' del Paese, l'inviolabilita' dei confini siriani, lanecessita' di cercare le soluzioni alla crisi internaattraverso il dialogo tra governo e opposizione, ma anche ladefinizione del destino della Siria sulla base della liberaespressione della volonta' degli stessi siriani senzainterferenza esterna", ha reso noto il viceministro degliEsteri russo, Mikhail Bogdanov, il quale ha ricordato che laRussia "fin dall'inizio del conflitto siriano" ha fatto appelloa realizzare queste condizioni. "Nell'ultimo periodo, la stampa internazionale ha datomolta attenzione al cosiddetto piano iraniano per la soluzionedella crisi siriana, ma tale informazione e' distorta danumerose speculazioni non basate sui fatti - ha denunciatoBogdanov, riferendosi a chi "presume che in questo momento gliiraniani cerchino di predisporre la leadership siriana a unrifiuto del principio di integrita' territoriale del Paese e alconsenso alla divisione del Paese su una lineaetnico-confessionale". "In realta', per quanto ci e' noto,Teheran ha formulato indicazioni di base secondo le quali, dalsuo punto di vista, e' necessario muoversi con lo scopo diristabilire la pace e la stabilita' in Siria", ha spiegato ilviceministro , elencando "i punti chiave" dell'iniziativa: "Ilsostegno alla sovranita' e all'unita' della Repubblica araba diSiria, l'inviolabilita' dei confini siriani, la necessita' dicercare le soluzioni alla crisi interna del Paese attraverso ildialogo tra governo e opposizione, ma anche la definizione deldestino della Siria sulla base della libera espressione dellavolonta' degli stessi siriani, senza interferenza esterna"."Ora, il pericolo principale per la societa' e le istituzionidella Siria proviene dai gruppi terroristici che,tradizionalmente, in modo molto rapido compaiono in quei Paesidove, con appoggio esterno, si lanciano processi di cosiddettatrasformazione democratica e per le popolazioni locali siprendono decisioni su quale percorso devono intraprendere", hadenunciato Bogdanov con riferimento implicito alle politichedegli Stati Uniti. A suo dire, il dialogo inter-siriano,promosso da tempo da Mosca, e' oggi piu' che mai necessario"prima di tutto, come ponte per l'unione delle autorita' dellaRepubblica araba di Siria con le forze di opposizionecostruttive, al fine di neutralizzare la minacciaterroristica". Solo dopo aver raggiunto questo obiettivo, "sipossono discutere i parametri della futura struttura delloStato". SIRIA: "CON VATICANO STESSO APPROCCIO SU SOLUZIONE PACIFICA" -Nel contesto della crisi siriana, Russia e Vaticano condividonol'obiettivo di "garantire il superamento pacifico dellospargimento di sangue, attraverso un dialogo inclusivointer-siriano con garanzie per tutti i gruppi etnici ereligiosi della popolazione", dichiara ancora Mikhail Bogdanov,mentre si attende a fine mese un nuovo incontro tra VladimirPutin e Papa Francesco a margine della 70esima Assembleagenerale Onu, a New York. Rispondendo a una domanda sullacollaborazione tra Federazione e Vaticano in Medio Oriente enel Mediterraneo, il viceministro ha sottolineato come i dueStati siano "uniti dalla comune preoccupazione per il destinodelle popolazioni cristiane, in quella che e' stata la culladel cristianesimo" e che un elemento di coesione e' anche"l'attivazione del dialogo inter-cristiano, condotto tra laChiesa ortodossa russa e la Santa Sede", di cui Mosca "e'felice". Da presidente della Federazione russa, Vladimir Putinsi e' recato in visita in Vaticano quattro volte, ha ricordatoBogdanov: "Nel corso dell'incontro con papa Francesco, nelnovembre 2013, e' stata discussa nel dettaglio la situazione inSiria, Iraq e Libano, dove i cristiani soffrono in modo piu'acuto per l'instabilita' interna e da dove continua la fugadella popolazione cristiana". Sulla crisi siriana, ha spiegatoche Mosca e Vaticano hanno lo stesso approccio, "si basanosull'aspirazione a garantire il superamento pacifico dellospargimento di sangue, attraverso un dialogo inclusivointer-siriano con garanzie per tutti i gruppi etnici ereligiosi della popolazione". Il viceministro, anche exdiplomatico a Damasco e con lunga esperienza in Medio Oriente,ha poi ripercorso alcuni momenti principali della cooperazionecon la Santa Sede nella difesa dei cristiani. "Nel settembre2013, il Papa di Roma ha inviato ai partecipanti al summit G20a San Pietroburgo un messaggio con l'appello ad aiutare ilpopolo siriano a trovare una via d'uscita dal conflitto. Il 2marzo di quest'anno, nel quadro della 28° sessione delConsiglio di sicurezza Onu per i diritti dell'uomo a Ginevra,il ministro degli Esteri della Federazione russa SergheiLavrov, e' intervenuto davanti ai partecipanti della Conferenzainternazionale per la difesa dei cristiani, convocata suiniziativa di Russia, Libano, Vaticano e Armenia. Al terminedell'evento e' stata adottata una speciale dichiarazione indifesa dei cristiani, che vivono nella regione mediorientale".In questo campo, Mosca - ha aggiunto Bogdanov - "supporta icontatti utili con l'influente comunita' cattolica diSant'Egidio, che lavora in modo attivo nel campo di vari tipidi soccorso ai fratelli per fede mediorientali". SIRIA: "LAVORIAMO PER CHIARIRE SORTE PADRE DALL'OGLIO" - LaRussia ha fatto e continua "a fare appello ai rappresentantidelle parti che hanno influenza sull'opposizione siriana, allestesse associazioni degli oppositori, compresa la Coalizionenazionale siriana delle forze della rivoluzione edell'opposizione, perche' contribuiscano alla liberazione" deireligiosi cristiani rapiti, tra cui l'italiano PaoloDall'Oglio, spiega il viceministro degli Esteri russo. "La Russia condanna in modo deciso ogni manifestazione diterrorismo, estremismo e crimini contro la persona - haricordato Bogdanov - Abbiamo preteso e pretendiamo senza dubbiola liberazione dei metropoliti ortodosso e siro-giacobita diAleppo, Pavel (Yazici) e John Ibrahim, rapiti dai combattentidell'opposizione siriana armata, e anche del sacerdote italianoPaolo Dall'Oglio". "Piu' di una volta abbiamo fatto appello airappresentanti delle parti che hanno influenzasull'opposizione, alle stesse associazioni degli oppositori,compresa la Coalizione nazionale siriana delle forze dellarivoluzione e dell'opposizione, perche' contribuissero alchiarimento della sorte dei prelati cristiani e alla loroliberazione. Speriamo che questo succeda presto". LIBIA: C'E' CHI VUOLE ATTACCHI A ISIS SENZA CONSENSO TOBRUK -La Russia e' a conoscenza di piani per bombardare l'Isis inLibia, senza l'accordo del governo legittimo di Tobruk,aggiunge il viceministro degli Esteri russo. "Vi sono ancoraforze che tentano di risolvere i problemi della regione, inparticolare in Libia, con metodi di forza - ha dichiaratoBogdanov - Cosi', senza accordarsi con le autorita' legittime aTobruk in relazione ai parametri dell'operazione per fermarel'immigrazione clandestina, gia' iniziano a pianificarebombardamenti contro lo Stato islamico nel Paese; di questo ciarrivano segnali e informazioni da diverse fonti". Purriconoscendo che "bisogna assolutamente combattere il male delterrorismo", il viceministro russo ha ammonito che "esiste ildiritto internazionale, secondo il quale senza il consensodello Stato (interessato) e' inammissibile condurre qualunqueoperazione militare sul suo territorio, con o senza unaqualsiasi scusa". "Per quanto ci e' noto - ha riferito - i libici, nellafigura del governo legittimo di Tobruk, non sono felicissimi,per usare un eufemismo, di tali piani. Dicono che ancoraun'altra 'crociata' puo' avere le conseguenze piu' fatali perlo Stato libico e trasformare il Paese in un trampolinoregionale del terrorismo internazionale". Bogdanov ha poiribadito il "sostegno" della Russia "agli sforzi delrappresentante speciale Onu per la Libia, Bernardino Leon, perstabilire un dialogo inter-libico, il cui risultato deve esserela formazione di un governo di unita' nazionale". "Speriamo cheentro il 20 settembre, Leon riesca a realizzare il suoambizioso piano di coordinazione della struttura di un governodi unita' nazionale", ha aggiunto. MIGRANTI: "RISOLUZIONE ONU ANTI-SCAFISTI NON SIA AMBIGUA" - LaRussia si impegnera' per fare in modo che i contenuti dellarisoluzione Onu sulla lotta all'immigrazione clandestina e agliscafisti in Libia "non consentano doppie interpretazioni", haspiegato Mikhail Bogdanov, il quale ha accolto con favore ilfatto che "questa volta stia prevalendo il buon senso". "Primadi tutto", ha avvertito proprio mentre l'Ue trovava l'accordosull'uso della forza contro gli scafisti, "si tratta di dettagliare e formulare in modo estremamentepreciso le disposizioni legate al possibile uso della forza". Al momento, ha ricordato il viceminmistro russo, l'esamedel testo proposto dall'Italia ma di cui e' prima firmataria laGran Bretagna e' stato sospeso "in attesa di ricevere ilconsenso delle autorita' libiche a condurre operazioni militaria terra e nelle acque territoriali". "Prima di tutto", ha tenuto a spiegare Bodganov, "si trattadi dettagliare e formulare in modo estremamente preciso ledisposizioni legate al possibile uso della forza. Azioni chepossono essere autorizzate dal Consiglio di sicurezza Onudevono basarsi sulla Carta delle Nazioni Unite ed essere inlinea con la Convenzione dell'Onu sul diritto del mare del1982". Mosca ha piu' volte dichiarato di essersi pentita di nonaver opposto il veto alla risoluzione 1711 dell'Onu, che nel2011 istituiva una no fly zone sulla Libia, ma che di fatto hapoi aperto la strada ai raid aerei Usa e Nato sulla Libia.Bogdanov ha dichiarato che la Federazione "comprende econdivide la preoccupazione di Roma per la crisidell'immigrazione su vasta scala nel Mediterraneo", ma hainvitato a non dimenticare che le "radici" dell'attualeemergenza "vanno cercate proprio nelle catastroficheconseguenze dell'illegittimo intervento degli Usa e di unaserie di Stati europei nel conflitto interno alla Libia nel2011". "Ora sta arrivando un' 'illuminazione', in modograduale, anche se del tutto in ritardo", ha aggiunto. (AGI) .
ADV