Rivelazioni 'top secret' a Mosca. Scontro tra Trump e il WP
Il quotidiano americano accusa il presidente. Ma l'entourage di Trump smentisce le fonti del giornale

Una clamorosa rivelazione del Washington Post accusa il presidente Donald Trump di aver trasmesso informazioni 'top secret' al ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, e al suo ambasciatore a Washington, Serghei Kislyak, durante l'incontro alla Casa Bianca dello scorso 10 maggio. Secondo il Post, che cita "attuali ed ex funzionari" dell'amministrazione, Trump avrebbe condiviso informazioni d'intelligence ricevute da un Paese alleato collegate alla pianificazione di attentati terroristici da parte dell'Isis usando bombe nei laptop sugli aerei di linea. Il consigliere per la sicurezza Nazionale, H.R. McMaster, e il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, che erano presenti all'incontro, hanno smentito la rivelazione di "fonti, metodi o di operazioni militari". Ma nella sua ricostruzione, il Post non sostiene che Trump abbia rivelato le fonti dell'intelligence bensi' dettagli "altamente classificati" su piani dei terroristi, senza l'autorizzazione del Paese alleato che gli ha passato queste informazioni.

Sebbene Trump non abbia commesso alcun reato perchè il presidente puo' decidere in qualunque momento di "declassificare" informazioni top secret, il rischio è quello di compromettere il rapporto di fiducia con i partner impegnati nella lotta all'Isis e di aver messo a rischio questa cruciale fonte di intelligence. Dopo l'incontro, funzionari della Casa Bianca avrebbero cercato di correre ai ripari facendo telefonate alla Cia e alla National Security Agency. L'incontro con Lavrov e Kislyak si è consumato poche ore dopo il licenziamento del direttore dell'Fbi, James Comey, che stava indagando sul Russiagate, ovvero sui legami tra al cerchia di Trump e il Cremlino durante le presidenziali. Leggi anche: Il Fatto quotidiano, La Stampa e l'HuffPost.