Parte campagna Unhcr 'casa dolce casa' per dare tetto a rifugiati
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Parte campagna Unhcr 'casa dolce casa' per dare tetto a rifugiati

Parte campagna Unhcr 'casa dolce casa' per dare tetto a rifugiati

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(AGI) - Roma, 8 giu. - Al via l'8 giugno la campagna disensibilizzazione e raccolta fondi dell'Alto Commissariatodelle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr)"Casa dolce Casa". Obiettivo dell'iniziativa e' di accendere iriflettori sulla condizione vissuta da oltre 50 milioni dipersone costrette ad abbandonare le proprie case per fuggiredalla guerra, in particolare sulle emergenze in corso in Siria,Iraq, Repubblica Centroafricana e Sud Sudan. Fino al 28 giugnosi puo' contribuire alla campagna con un sms al 45507. La guerra e la violenza hanno costretto 50 milioni dipersone a lasciare la propria casa. Numeri drammatici e senzaprecedenti dalla Seconda Guerra Mondiale. Vedere la propriacasa bombardata o bruciata vuol dire vivere un trauma profondo,a cui segue la fatica e il pericolo della fuga forzata e lapaura di non sopravvivere per la mancanza di un rifugio sicuro.Ai rifugiati e agli sfollati che non hanno piu' un posto sicurodove stare e' dedicata la campagna di comunicazione e raccoltafondi "Casa Dolce Casa" che l'Unhcr lancia in occasione dellaGiornata Mondiale del Rifugiato. "Per molti di noi la casa e' una certezza ed e' spessosinonimo di calore e affetto. Senza avere alcuna colpa, invece,i rifugiati si ritrovano a perdere tutto cio' per cui hannolavorato tutta la vita, la casa e tutte le sicurezze - dichiaraCarlotta Sami portavoce dell'Alto Commissariato delle NazioniUnite per i Rifugiati (UNHCR). E' proprio a loro che dedichiamoquesta campagna, a cui tutti possono contribuire. Donando al45507 e' possibile infatti fornire a migliaia di rifugiati e disfollati in Siria, Iraq, Repubblica Centroafricana e Sud Sudanuna tenda per 5 persone, un kit di pentole e una tanica perl'acqua, oggetti essenziali per sentirsi al sicuro in unasituazione di emergenza". La campagna "Casa dolce Casa" si propone di accendere iriflettori su quattro fra le piu' gravi crisi umanitarie degliultimi decenni: Siria, Iraq, Repubblica Centroafricana e SudSudan. In Siria, Paese entrato da poco nel quinto anno di guerra,circa 12 milioni di persone necessitano di aiuti umanitari e5,6 milioni subiscono le terribili conseguenze del conflitto.In Iraq 3 milioni di persone sono fuggite esauste etraumatizzate dalla violenza dei terroristi. Data l'escalationdel conflitto, la maggior parte delle persone in fuga non puo'fare ritorno nelle zone di provenienza. Gli sfollati vivono inalloggi di fortuna che si sono costruiti da soli, o in centricollettivi, edifici in costruzione e scuole. Con quasi 3milioni di persone in urgente attesa di aiuti umanitari, laRepubblica Centrafricana sta diventando tra le piu' grandicrisi dimenticate del nostro tempo. Nel corso degli ultimi 14mesi, la violenza in Sud Sudan ha provocato l'esodo di piu' di2 milioni di persone. Piu' del 60% di loro sono donne ebambini. Queste crisi stanno generando livelli record di migrazioniforzate causate da guerre e conflitti e hanno alimentato ilforte aumento del numero di rifugiati che tentano di entrare inEuropa attraverso una delle poche vie rimaste accessibili: letraversate in mare. "Come vediamo ogni giorno nel Mediterraneo, il terroredella guerra spinge le persone a rischiare la vita in mare. Nel2014, circa 219.000 persone hanno attraversato il Mediterraneoa bordo di imbarcazioni gestite dai trafficanti . Almeno il 50%di queste persone erano rifugiati, in fuga da guerre epersecuzioni.Oltre 3.500 hanno perso la vita. Finora, nel 2015,circa 80.500 persone hanno intrapreso questa pericolosatraversata e oltre 1.800 hanno perso la vita - continuaCarlotta Sami". (AGI).
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