Islamabad - Nuovo orrore in Pakistan che, malgrado quasi tutto la divida dalla rivale India, condivide molto sulla mancanza di rispetto per le donne. Da ultimo la tragedia di una 19enne deceduta oggi dopo essere stata torturata e arsa viva per aver rifiutato una proposta di matrimonio dal figlio del preside della scuola privata dove aveva lavorato.
La giovane si chiamava Maria Sadaqat ed è stata attaccata da un gruppo di persone nel villaggio di Upper Dewal vicino alla capitale Islamabad. Lo zio della vittima ha raccontato che a guidare il massacro della nipote è stato lo stesso preside della scuola, ossia il suocero rifiutato, aiutato da 4 complici. Lo sposo rifiutato "era già divorziato e aveva il doppio dei suoi anni per questo la ragazza ha rifiutato la proposta e ha lasciato il lavoro ma loro - ha ricostruito sempre lo zio della giovane - hanno continuato a insistere e a farle pressione fino all'aggressione finale".
La polizia "ha arrestato uno dei sospetti e sta dando la caccia agli altri" ha reso noto Mazhar Iqbal, l'agente che guida le indagini in Pakistan. Si tratta del secondo caso in un solo mese di una giovane uccisa per un problema riguardante un matrimonio. Il 29 aprile una ragazza tra i 16 e i 18 anni venne drogata, strangolata e il corpo senza vita dato alle fiamme su ordine del consiglio (jirga) degli anziani del villaggio per aver aiutato un'amica a sfuggire con il suo amante. Centinaia di donne vengono uccise ogni anno dai loro parenti in Pakistan per in difesa del cosiddetto "loro onore". Pratiche tristemente esportate anche all'estero. In Italia nel 2006 la ventenne Hina Saleem venne uccisa dal padre, lo zio ed altri parenti per essersi fidanzata con un italiano non musulmano e aver rifiutato di sposare un pakistano. Il tutto accadde a Zanano di Sarezzo nel bresciano. (AGI)