(AGI) - Roma 11 set. - "Li colpiremo", "li distruggeremo", "nonc'e' rifugio sicuro per chi minaccia l'America". A tredici annidall'11 settembre che vide le Torri gemelle cedere sotto icolpi di al Qaeda, gli Stati Uniti sono di nuovo in guerra eBarack Obama non usa mezzi termini nel suo discorso in direttatv in cui ha illustrato la strategia Usa contro l'Isis.
Quellacontro lo Stato Islamico non "sara' come la guerra in Iraq o inAfghanistan: non saranno coinvolte truppe americane dacombattimento sul suolo straniero", ha detto il presidente Usache nel descrivere i dettagli dell'offensiva non ha maiutilizzato la parola "guerra". Gli Usa ricorreranno alla loro"potenza aerea" e sosterranno le truppe alleate sul campo. E'la stessa strategia, ha spiegato il presidente Usa, perseguitacon successo in Yemen e in Somalia per anni. "Andremo a cacciadei terroristi che minacciano il nostro Paese ovunque sitrovino e cio' significa che non esitero' ad intervenire control'Isis in Iraq e in Siria, dove non "ci si puo' fidare delregime di Assad, che terrorizza il proprio popolo".
L'annuncio di guerra all'Isis ha risvegliato l'entusiasmodelle opposizioni siriane all'estero. Accogliendolopositivamente, la Coalizione nazionale che ha la propria basein Turchia si e' detta "pronta a collaborare con la comunita'internazionale non solo per sconfiggere lo Stato islamico maanche per liberare il popolo siriano dalla tirannia del regimedi Assad". Damasco, dal canto suo, ha definito "non serio" e"contraddittorio" l'impegno di Obama sul fronte della lotta alterrorismo.
Piu' cruciale delle opposizioni siriane sara',pero', il ruolo dei paesi arabi. Il capo della diplomaziaamericana, John Kerry, e' a Yed, citta' del regno saudita dovepartecipera' a un vertice con le delegazioni di Riad e diKuwai, Emirati arabi, Nahrein, Oman, Qatar, Giordania, Egitto eTunisia. Della "grande coalizione" contro gli jihadisti sunnitidello Stato Islamico guidata dagli Usa faranno parte, haannunciato Kerry, anche 10 Stati arabi a partire dai sauditi.
"Gli stati partecipanti hanno accettato di fare la loro parte",ha dichiarato il segretario di Stato americano specificando cheoltre all'Arabia Saudita (culla del wahabismo,l'interpretazione piu' severa del sunnismo) ci sono Bahrein,Egitto, Iraq, Giordania, Kuwait, Libano, Oman, Qatar ed EmiratiArabi Uniti. Obama pero' dovra' superare l'opposizione interna.Il presidente della Camera, il repubblicano John Boehner, hariferito che la maggioranza 'Gop' non e' affatto certa che lastrategia del presidente Barack Obama per distruggere glijihadisti sunniti dello Stato Islamico (Isis) possa averesuccesso: "Non sono sicuro che stiamo facendo di tuto perfronteggiare questa minaccia".
Posizione che sembra preannunciare una mini "via crucis" diparziale ostruzionismo parlamentare per la Casa Bianca. Intantoil Pentagono ha annunciato la partenza di alcuni caccia dallabase irachena di Arbil, capitale della regione autonoma delKurdistan. Lo ha reso noto l'ammiraglio John Kirby non fornendopero' ulteriori dettagli sull'operazione. I caccia Usa hannogia bombardato le zone dell'Isis in Iraq ma volando da regionifuori del Paese. (AGI)