Nimr al-Nimr, sciita odiato da Riad e "critico di Assad"

 Nimr al-Nimr, sciita odiato da Riad e "critico di Assad"

Dubai - Autorevole, moderato, non violento, ma intransigente nella difesa dei diritti dei 2 milioni di sciiti che vivono in Arabia Saudita, dominata dal sunnismo wahabita della famiglia reale. E, soprattutto, carismatico, in grado di infiammare gli animi della folla con sermoni nutriti di cultura teologica assorbita in Iran, dove si era recato nel 1979 e ne erqa rientrato nel 1994 da 'faqih', ovvero "esperto" di legge islamica. Cosi' viene descritto da chi lo ha conosciuto Nimr al-Nimr, il religioso sciita la cui esecuzione ordinata e messa in atto da Riad sta suscitando lo sdegno degli sciiti nella regione mediorientale e ha spinto Teheran a dichiarare che Riad "la paghera' cara".

Snello di corporatura, lunga barba grigia, portamento elegante, Al-Nimr, 56 anni, era ai primi posti della lista nera dei dissidenti messa a punto da Riad. Ne fa parte anche nipote Ali al-Nmr, diciassettenne quando fu arrestato, condannato a morte per crocifissione. Per salvargli la vita si era mosso tempo fa il premier britannico, David Cameron. Nimr al-Nimr fu arrestato l'8 luglio del 2012 per il reato di "resistenza alle forze di sicurezza". Il ministero dell'Interno lo defini' a quel tempo un "istigatore alla sedizione", qualche tempo dopo un sermone in cui aveva salutato la morte proprio del titolare di quel dicastero, il principe Nayef bin Abdulaziz: "Lasciate che se lo mangino i vermi", aveva detto, applaudito da folle di giovani che sapeva attirare attorno a se' e che non avevano dimenticato la repressione del novembre 2011, quando le forze di sicurezza avevano schiacciato nel sangue, e nell'indifferenza americana, le sollevazioni degli sciiti sia in Arabia saudita che nel Bahrein (quest'ultimo paese, a maggioranza sciita ma governato dai sunniti, aveva chiesto e ottenuto l'intervento dei militari di Riad).

In quell'occasione il religioso aveva chiesto la liberazione di tutti i "prigionieri di coscienza, sunniti e sciiti", tema che, insieme alla rivendicazione dei diritti della minoranza, ribadiva nelle preghiere del venerdi'. Arrestato altre volte -nel 2004, nel 2006 e nel 2009- fu condannato a morte nell'ottobre del 2014 per "sedizione". Critico anche del regime di Bashar Assad, alleato di Teheran, Nimr al-Nimr defini' il presidente siriano un "oppressore" nel 2012. "Gli oppressi -affermava in un sermone pubblicato su Youtube il giorno del suo arresto e rilanciato dall'analista americano Scott Lucas- dovrebbero unirsi contro gli oppressori. Al-Khalifa (la famiglia regnante nel Bahrein) fa parte degli oppressori, ma i sunniti non sono responsabili per loro; al-Assad e' un oppressore, ma gli sciiti non sono responsabili per lui". (AGI)