Zimbabwe stabilisce la pena di morte per chi non è "patriota"
- Il presidente del Zimbabwe Emmerson Mnangagwa
AGI - Danneggiare l'interesse nazionale in Zimbabwe può valere la vita. Una nuova legge, cosiddetta "patriottica", introduce la pena di morte per coloro che, deliberatamente, non difendono l'interesse nazionale. Il provvedimento firmato dal presidente zimbabwano, Emmerson Mnandagwa, mette fine in maniera definitiva alla libertà di espressione e sposta lo Zimbabwe nel novero dei paesi sotto dittatura.
Non è un'esperienza nuova. Rober Mugabe, padre della patria e dittatore, insegna. Non solo, prima di lasciare questo mondo aveva giurato che il suo fantasma avrebbe perseguitato per sempre il paese. Fantasma che si è reincarnato perfettamente nell'attuale dittatore, Mnangagwa, salito al potere con un golpe nel 2017 rovesciando proprio Mugabe.
Nel paese ogni voce dissenziente è messa a tacere. La firma del provvedimento arriva in un momento cruciale per il paese, cioè le elezioni per la presidenza che si dovrebbero tenere il 23 agosto e Mnangagwa è candidato, e durante la visita del presidente iraniano, Raisi, ad Harare. Tra dittatori ci si spalleggia. Ora, in Zimbabwe, è considerato un crimine "danneggiare deliberatamente la sovranità e l'interesse nazionale" del paese e sarà punito chiunque partecipi a riunioni o incontri con persone che promuovono sanzioni contro lo Zimbabwe.
Una legge molto "vaga" che lascia una grande libertà di manovra a chi governa e che può decidere a suo piacimento cosa è male e cosa è bene per il paese. Insomma, una legge "patriottica" che consentirebbe di condannare a morte persone percepite - solo percepite - come critiche nei confronti del governo. (