AGI - Il relatore delle Nazioni Unite per i diritti umani in Myanmar, Tom Andrews, ha chiesto alla presidenza giapponese del G7 di mettere all'ordine del giorno del vertice in programma a Hiroshima dal 19 al 21 maggio la situazione birmana e a impegnarsi per un piano d'azione nel Paese "prima che sia troppo tardi".
"La comunità internazionale sta deludendo il popolo birmano. La situazione è orribile e sta peggiorando", ha avvertito oggi Andrews in una conferenza stampa trasmessa in diretta dal Correspondents' Club di Tokyo. In visita in Giappone dal 19 al 28 aprile, Andrews ha esortato il G7 (Giappone, Germania, Canada, Francia, Italia, Regno Unito e Stati Uniti), presieduto quest'anno dal Giappone, a "impegnarsi fermamente ad agire" in Myanmar "prima che sia troppo tardi". Il relatore delle Nazioni Unite ha affermato che la comunità internazionale deve intraprendere una "profonda rivalutazione" della sua risposta alla crisi birmana sulla scia del colpo di Stato del 1 febbraio 2021.
Una situazione "spaventosa"
La situazione dei diritti umani è "spaventosa" e "sta solo peggiorando".
Andrews ha sottolineato che da allora più di 3.400 persone sono morte per mano delle forze armate e ha denunciato la recente escalation di violenza da parte dei militari, che l'11 aprile hanno bombardato una manifestazione dell'opposizione nella regione nord-occidentale di Sagaing, uccidendo almeno 168 persone, tra cui 40 minori. Il relatore ha anche invitato "tutte le nazioni" a "riconoscere" e "impegnarsi" con il Governo di unita' nazionale (NUG), che sostiene di essere la legittima autorità birmana dopo il colpo di stato e che è stato l'obiettivo dell'attacco di Sagaing.
Il NUG è stato formato in parte da ex membri della legislatura estromessi dai militari e sta lottando per il riconoscimento in patria e all'estero, mentre il suo braccio armato, le Forze di Difesa del Popolo (PDF), sta combattendo contro l'esercito birmano. Andrews ha inoltre esortato il Giappone, uno dei principali investitori in Birmania, a "considerare di unirsi agli altri Paesi del G7 per imporre sanzioni contro i generali e le loro fonti di reddito, come sta facendo con l'Ucraina". Nella riunione dei ministri degli Esteri del 18 aprile a Karuizawa, in Giappone, il G7 ha chiesto nel suo comunicato finale l'immediata cessazione di tutte le violenze, il rilascio dei prigionieri politici e dei detenuti arbitrari e il ritorno della Birmania a un percorso realmente democratico.