AGI - L'Ue si riprende il dibattito sulla solidarietà globale, si intesta il ruolo di "farmacia del mondo" e chiede agli altri, Stati Uniti in primis, di seguire il suo esempio e consentire l'export di dosi. L'apertura del presidente americano, Joe Biden, alla liberalizzazione dei brevetti dei vaccini contro il Covid-19 per aumentare la produzione mondiale aveva colto di sorpresa i leader europei. Si sono trovati, in un primo momento, a rincorrere la Casa Bianca. Ma il vertice informale di Porto è stato l'occasione per serrare i ranghi e adottare una linea comune. Anche contro la fuga in avanti di Washington i cui contorni - almeno per Bruxelles - restano ancora poco chiari data l'assenza di una proposta concreta.
"La deroga alla proprietà intellettuale non è la soluzione magica per il breve termine ma siamo pronti a discuterne appena ci sarà una proposta concreta sul tavolo", è il giudizio con cui è uscito il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dopo il lungo confronto alla cena di ieri in cui - lui stesso ha ammesso - "sono emerse posizioni diverse". Ma i Ventisette sono unanimi su un punto: il blocco all'export da parte dei Paesi produttori dev'essere rimosso. "Siamo l'unica democrazia che esporta in modo massiccio le dosi di vaccino; abbiamo avviato e sosteniamo molto l'iniziativa Covax. Incoraggiamo tutti i nostri partner a facilitare l'esportazione di dosi per condividere il più possibile i vaccini nel mondo", ha aggiunto il leader Ue attenendosi al suo solito stile diplomatico.
Waiving the intellectual property on #COVID19 vaccines is not the silver bullet in the short term.
— Charles Michel (@eucopresident) May 8, 2021
But we are ready to engage as soon as a concrete proposal would be put on the table.
We all agree that we must increase the production of vaccines, all around the world. #EUCO pic.twitter.com/Gu7w3HgEFX
Il presidente francese, Emmanuel Macron, è stato invece molto schietto e ha puntato il dito proprio contro l'America di Biden. "Chiedo molto chiaramente agli Stati Uniti di porre fine ai divieti di esportazione, non solo di vaccini, ma di componenti di questi vaccini, che ne ostacolano la produzione", ha affermato. "L'Unione europea ha esportato il 50% della sua produzione, gli Stati Uniti il 5%, verso Canada e Messico", ha criticato. Per il capo dell'Eliseo, che ritiene falso sostenere che i brevetti blocchino la produzione, quella della liberalizzazione è la quarta priorità. Prima arrivano l'export, l'aumento di produzione e le donazioni.
Sulla stessa linea la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che oggi al vertice si è presentata con il nuovo contratto siglato con Pfizer-BioNTech per 1,8 miliardi di dosi per i prossimi due anni. "L'Ue è la farmacia del mondo e aperta al mondo. Abbiamo esportato 200 milioni di dosi di vaccino, invitiamo gli altri a fare lo stesso. E' il miglior modo per affrontare i colli di bottiglia", ha esortato. Questo perché, il dibattito sui brevetti "non risponde al breve termine". La sua strategia invece è fatta di tre punti: l'export, le donazioni con Covax, e l'aumento delle capacità produttive non solo nella propria regione ma anche fuori, in particolare in Africa. Cosa che l'Ue sta già facendo ad esempio in Senegal.
The EU is leading the global effort to vaccinate.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) May 8, 2021
For this, all export restrictions should be lifted. We urge all countries to do this.
Then, efforts must continue to increase production capacity.
And we are ready to discuss other proposals on how to support vaccine access.
Era scontata la posizione della cancelliera tedesca, Angela Merkel, che sul dibattito aveva mantenuto la barra sempre dritta a difesa della proprietà intellettuale. Nelle ore del summit ha avuto anche una telefonata con Ugur Sahin, l'amministratore delegato di BioNTech, gioiello tedesco e fiore all'occhiello dello sviluppo globale dei vaccini contro il Covid. "Ho chiarito ancora una volta che non credo che la liberalizzazione dei brevetti sia la soluzione per portare più vaccini a più persone, ma credo che abbiamo bisogno della creatività e del potere di innovazione delle aziende, e questo include la protezione dei brevetti" ha spiegato dopo il vertice.