L’economia dell'on-demand cinese si adegua all'epidemia di coronavirus
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L’economia dell'on-demand cinese si adegua all'epidemia di coronavirus

L’economia dell'on-demand cinese si adegua all'epidemia di coronavirus

Eugenio Buzzetti
Coronavirus

WANG SONG / XINHUA - Coronavirus

Teli in plastica per evitare il contagio e scansioni di codice Qr per identificare il rischio di contagio dal coronavirus. Tra questi due estremi tecnologici si muove l’economia on-demand in Cina ai tempi dell’epidemia che ha provocato oltre 2.100 morti nel Paese asiatico e che si è estesa in altri 26 Paesi.

Didi Chuxing, il più grande fornitore di servizi di trasporto automobilistico privato in Cina, prevede un investimento da cento milioni di yuan (13,18 milioni di euro) per l’installazione di divisori protettivi in plastica tra l’autista e i passeggeri per diminuire le possibilità di contagio. I divisori, scrive il South China Morning Post, ci sono già sulle vetture circolanti in alcune città, tra cui Shenzhen, alle porte di Hong Kong; Taiyuan, nel nord della Cina, e la stessa Wuhan, da dove si è diffusa l’epidemia di coronavirus.

Installare pannelli protettivi può sembrare un metodo banale, ha spiegato Didi dal suo account WeChat, ma vogliamo provare “ogni metodo per vincere la battaglia contro l’epidemia”. Il gruppo di trasporti privato deve fare fronte alle difficoltà derivanti dai diversi casi di autisti contagiati e dalle restrizioni alla mobilità imposte dalle amministrazioni locali in diverse città cinesi.

La concorrenza si gioca, oggi sul grado di igiene e sicurezza che si può offrire agli utenti. Dida Chuxing, rivale di Didi, si sarebbe attrezzata meglio per l’epidemia: il gruppo dispone di stazioni in 148 città della Cina per la disinfezione delle vetture, il controllo della temperatura degli autisti e la distribuzione di mascherine protettive.

Sia Dida Chuxing che Meituan Dianping, che offre un servizio di consegna di prodotti a domicilio, hanno poi lanciato una app per ottenere informazioni sui rischi di contagio dei clienti tramite la scansione di un codice Qr. Il ricorso a piattaforme ad hoc si è reso indispensabile: a inizio febbraio, Meituan e altri servizi analoghi avevano visto un calo delle consegne sia per i tempi lunghi di attesa a causa delle restrizioni alla mobilità, sia per il timore di alcuni clienti di rimanere contagiati dal virus entrando in contatto con i corrieri.

Meituan ha anche sviluppato un sistema che permette ai corrieri di lasciare il cibo in un posto prestabilito con il cliente, che sarebbe andato a ritirarlo successivamente, evitando ogni forma di contatto.

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La forzata permanenza tra le mura domestiche, soprattutto nelle aree dove il contagio è più forte, ha aumentato anche il consumo di video in streaming. Durante le festività del capodanno lunare segnate dallo scoppio dell’epidemia, Douyin, la versione cinese di TikTok, ha visto una permanenza media giornaliera degli utenti di fronte ai video pari a 99 minuti al giorno, contro i 67 spesi nello stesso periodo dello scorso anno.

Un discorso analogo vale anche per la competitor Kuaishou, che ha visto aumentare da 44 a 71 minuti il tempo giornaliero di utilizzo della propria piattaforma. I video in streaming non hanno solo una valenza ludica: su Douyin si possono seguire anche le lezioni universitarie on line di prestigiose università cinesi, come la Tsinghua di Pechino, e tenere la mente allenata.

Quello che appare certo secondo l’analista indipendente di internet Zhang Dingding, è che il trend non è destinato a durare. “Una volta che l’epidemia sarà sotto controllo, l’industria tradizionale offline si riprenderà”.

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