E' scontro verbale a distanza tra la Ong spagnola Proactiva e il Viminale, ovvero il ministro dell'Interno Matteo Salvini.
La prima, tramite post su Twitter, accusa la Guardia costiera libica di aver lasciato morire una donna e un bambino a bordo di un barcone perché non volevano salire sulla motovedetta libica, e viene pubblicata da Oscar Camps, il fondatore della Ong, la foto del relitto dell'imbarcazione con i due cadaveri e con una donna che invece è riuscita a sopravvivere ed è stata soccorsa questa mattina a 80 miglia dalla Libia dalla nave Open Arms di Proactiva.
"La guardia costiera libica ha reso noto di aver intercettato una barca con 158 persone a bordo e aver fornito loro assistenza medica e umanitaria: quello che non dice è che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e che hanno affondato l'imbarcazione perché (i tre) non volevano salire sulle motovedette libiche", ha aggiunto. Accusando inoltre il mercantile Triades di aver "abbandonato in mare nella notte un'imbarcazione in pericolo".
La guardia costera libia anunció que había interceptado un bote con 158 personas a bordo y había proporcionado asistencia médica y humanitaria.Lo que no dijeron fue que dejaron a dos mujeres y un niño a bordo y hundieron el barco porque no querían subirse a las patrulleras libias pic.twitter.com/weEfNUXSiW
— Oscar Camps (@campsoscar) 17 luglio 2018
E in un messaggio audio, lo stesso Camps ha affermato che quanto accaduto è "conseguenza diretta del fatto che si tratta con le milizie armate" e "si dice all'Europa che la Libia è un Paese sicuro" mentre "la Guardia Costiera libica è capace di tutto". Per il fondatore di Proactiva "è la conseguenza diretta del non lasciare lavorare le Ong che salvano vite umane in mare".
Ma il ministro dell'Interno Matteo Salvini e nel tardo pomeriggio fonti del Viminale hanno respinto la ricostruzione della Ong. "Bugie e insulti di qualche ONG straniera confermano che siamo nel giusto: ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull'immigrazione clandestina. Io tengo duro. #portichiusi e #cuoriaperti", ha scritto Salvini su Twitter, postando la fotografia in questione pubblicata dalla Ong.
Bugie e insulti di qualche ONG straniera confermano che siamo nel giusto: ridurre partenze e sbarchi significa ridurre i morti, e ridurre il guadagno di chi specula sull'immigrazione clandestina.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 17 luglio 2018
Io tengo duro. #portichiusi e #cuoriaperti https://t.co/TzC3X6Amwo
E successivamente fonti del dicastero hanno fatto sapere che la versione di una Ong (di cui non viene fatto il nome, ndr) sulla morte di una donna e di un bambino nelle acque del Mediterraneo è "una fake news". E annunciano che nelle prossime ore "verrà resa pubblica la versione di osservatori terzi che smentiscono la notizia secondo cui i libici non avrebbero fornito assistenza".
Due navi di Ong spagnole sono tornate nel Mediterraneo in attesa del loro carico di esseri umani. Risparmino tempo e denaro, i porti italiani li vedranno in cartolina. pic.twitter.com/OzBBprnkNI
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 17 luglio 2018
Da registrare anche il racconto di Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale, che si trova a bordo della nave della Open Arms e che ha raccontato, sulla base di quanto le è stata detto dai soccorritori, le operazioni di recupero non solo della donna e del bambino morti ma anche della donna - Josephine, camerunense - trovata ancora in vita, a pancia in giù su una tavola, un pezzo del relitto del gommone su cui aveva preso il mare con altre decine di persone. Persone di cui al momento non si ha alcuna notizia.
Numerose le reazioni in Italia alla vicenda. "Dal Mediterraneo ancora immagini terribili. Altro che bugie, ancora morti. Donne e bambini. Criminalizzare le Ong è errore imperdonabile. Ministro Salvini ora basta crociate d'odio #OpenArms #restiamoumani", ha scritto su Twitter il segretario del Partito democratico Maurizio Martina.
E Roberto Saviano rivolge dure parole al ministro dell'Interno, Matteo Salvini: "Assassini! Ministro della Mala Vita, sui morti in mare parla di 'bugie e insulti', ma con quale coraggio? Confessi piuttosto: quanto piacere le dà la morte inflitta dalla guardia costiera libica, sua (mi fa ribrezzo dire "nostra") alleata strategica? Lei - scrive Saviano su Facebook - che sottolinea continuamente di essere padre, "da papà" quanta eccitazione prova a vedere morire bimbi innocenti in mare? Ministro della Mala Vita, l'odio che ha seminato la travolgerà".
Un odio, prosegue Saviano che "travolgerà gli imbelli a 5 stelle, e tra di loro l'impresentabile Toninelli, sodale del Ministro degli Interni in questa tetra esaltazione della morte degli ultimi della Terra. E noi tutti, che oggi ci vergogniamo di vivere questi tempi per la nostra impotenza, abbiamo il dovere di ricordare i nomi di coloro i quali hanno legittimato questi assassini. Dobbiamo ricordare i nomi degli influencer cialtroni finanziati da Mosca, di quelli che all'occorrenza spacciano fake news ed elaborano teorie del complotto".
"Dobbiamo ricordarci dei giornalisti che hanno preferito cavillare per non prendere posizione, per calcolo o per mancanza di coraggio, e che magari tra qualche tempo diranno: 'non ero io, non intendevo dire quello'. Dobbiamo ricordare anche il nome di chi ha semplicemente preferito ignorare e odiare". E conclude dicendo "La Storia ti insegue. La Storia non dimentica".
Allo scrittore e giornalista ha replicato sinteticamente su Twitter lo stesso Salvini: "Il 'signor' Saviano mi dedica queste frasi: "Ministro della Mala Vita, quanto piacere le da' veder morire bimbi innocenti in mare? Ministro della Mala Vita, l'odio che ha seminato la travolgera'". Cosa rispondergli? Merita al massimo una carezza e una querela".
Il “signor” Saviano mi dedica queste frasi: “Ministro della Mala Vita, quanto piacere le dà veder morire bimbi innocenti in mare? Ministro della Mala Vita, l’odio che ha seminato la travolgerà”.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 17 luglio 2018
Cosa rispondergli?
Merita al massimo una carezza e una querela. pic.twitter.com/Ehyxmq2JhL
L'Ong spagnola ha criticato la Guardia Costiera libica ma anche la "politica" del governo italiano. "Denunciamo l'omissione di soccorso in acque internazionali e l'abbandono di una persona viva e i cadaveri di un bambino e di una donna da parte della cosiddetta Guardia Costiera libica, che l'Italia legittima", ha lamentato Camps, in un video postato sul suo profilo Twitter. In sostanza, il bambino e la donna potrebbero essere morti prima che arrivasse la Guardia Costiera libica, ma sarebbe comunque rimasta in acqua una donna ancora viva.
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"Ogni morte - aggiunge - è una diretta conseguenza di quella politica" ed "è la conseguenza diretta del fatto che si tratta con le milizie armate" libiche.
Le due imbarcazioni della ong Proactiva Open Arms, il veliero Astral e la nave 'ammiraglia' Open Arms, sono le uniche due imbarcazioni di Ong che al momento si trovano nel mediterraneo centrale. Camps si trova su una di queste.
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In un video, l'attivista catalano spiega che la nave dell'Ong su cui si trova ha "recuperato i cadaveri di una donna e di un bambino" e ha salvato una seconda donna che è riuscita a sopravvivere alla deriva. I tre non sono stati soccorsi dalla cosiddetta Guardia costiera libica, ha affermato, "vogliamo denunciare l'omissione di soccorso in acque internazionali".
"La guardia costiera libica ha reso noto di aver intercettato una barca con 158 persone a bordo e aver fornito loro assistenza medica e umanitaria: quello che non dice è che hanno lasciato due donne e un bambino a bordo e che hanno affondato l'imbarcazione perché (i tre) non volevano salire sulle motovedette libiche", ha twittato l'attivista catalano.
"Quando siamo arrivati", ha aggiunto, "abbiamo trovato una delle donne ancora in vita, ma non abbiamo potuto fare nulla per recuperare l'altra donna e il bambino, che a quanto pare era morto poche ore prima che li trovassimo". "Quanto tempo ancora dovremo lottare con gli assassini arruolati dal governo italiano per uccidere?", si è chiesto il fondatore dell'Ong.
In un messaggio audio, Camps ha affermato che quanto accaduto "è la conseguenza diretta del fatto che si tratta con le milizie armate" e "si dice all'Europa che la Libia è un Paese sicuro", mentre "la Guardia Costiera libica è capace di tutto". "È la conseguenza diretta - continua ancora - del non lasciare lavorare le Ong che salvano vite umane in mare". Oltre alla "cosiddetta Guardia Costiera libica", il fondatore di Open Arms ha accusato anche il mercantile Triades che, sostiene, ha "abbandonato in mare nella notte un'imbarcazione in pericolo".
ha raccontato di come "un soccorritore spagnolo di 25 anni, Javier Filgueira, si è buttato in acqua dalla lancia di soccorso quando ha visto che Josephine poteva essere ancora viva". "L’ha raggiunta a nuoto tra i detriti sperando che non fosse uno sforzo inutile. 'Quando le ho preso le spalle per girarla speravo con tutto il mio cuore che fosse ancora viva', racconta Filgueira, un volontario di Madrid, ancora scosso.