Messico: Rete per i diritti dell'infanzia denuncia 767 omicidi
ADV
ADV
Messico: Rete per i diritti dell'infanzia denuncia 767 omicidi

Messico: Rete per i diritti dell'infanzia denuncia 767 omicidi

di lettura
(AGI) - Roma, 23 nov. - La Rete nazionale per i Dirittidell'Infanzia in Messico ha denunciato alla CorteInteramericana dei Diritti Umani CIDH la "pulizia etnica"contro i bambini/e e adolescenti lavoratori, in maggioranzaindigeni: "Nel primo trimestre del 2014 sono gia' statiregistrati 767 omici di minori tra 0 e 17 anni di eta'. "InMessico - spiega Cristiano Morsellin, cooperante italiano ed esperto di diritti umani in America Latina, che dal 2001analizza i movimenti sociali e le politiche emancipatorie -l'ascesa di grandi organizzazioni criminali, denominate ingenere 'cartelli', dedite essenzialmente alla produzione e altraffico su scala mondiale di sostanze stupefacenti, in primiscocaina, sta determinando da anni una vera e propria emergenzasociale, spesso aggravata dalla collusione e dalla corruzionedi istituzioni pubbliche". Il rapporto della REDIM calcola chetra il mese di gennaio 2007 e lo scorso marzo le morti violentedi minori sono state 1800, tutte collegate con la lotta tra ilgoverno e il crimine organizzato. La media mensile nel 2010 e'stata di 15 morti, 20 nel 2011, 24 nel 2012 e 20 dall'iniziodel 2013. I mesi di febbraio 2011 e giugno 2012 sono statiquelli con il maggior numero di morti: 34 al mese. I dati dellaRedim evidenziano che il settore piu' vulnerabile e' quellodegli adolescenti tra 15 e 17 anni e gli Stati piu' pericolosisono Chihuahua, Nuevo Leon, Guerrero, Sinaloa y Tamaulipas.Inoltre, 7 minori su 10 vengono uccisi con armi da fuoco e l'80per cento degli omicidi rimangono impuniti. La ong ha anchedenunciato lo sfruttamento da parte di bande criminali e deicartelli del narcotraffico di 15/ 20 mila adolescenti. In un altro studio, realizzato sempre dalla Redim risultache, dal 2010, in Messico un bambino o adolescente vieneassassinato ogni 36 ore e la morte e' legata alla lotta controil crimine organizzato. Nel 2010 sono stati registrati 174omicidi; nel 2011, 244; nel 2012, 289. Dall'inizio diquest'anno ci sono stati almeno 50 casi. Si tratta, secondoMorsellin, "prevalentemente di crimini usati come monito perspaventare le famiglie. Il 77 per cento di questi omicidi sonocommessi con armi da fuoco, il 5 per cento con strangolamento;il 3 per cento con armi da taglio; l'1 per cento, con materialeesplosivo e aggressioni sessuali; il 7 per cento con varimetodi che vanno dallo smembramento al sotterramento deicorpi". Juan Martin Perez, direttore esecutivo della rete REDIM,chiede che il governo "prenda delle misure preventive e prestiattenzione a questi casi e non li lasci impuniti". "Per questo- annuncia - lanciamo una commissione internazionale dellasocieta' civile per seguire il caso del tredicenne Jose' LuisTehuatlie, vittima di un crimine perpetrato dalla poliziastatale che indigna molti settori e che chiede giustizia".(AGI).
ADV