May annuncia elezioni anticipate in Gran Bretagna l'8 giugno
Il premier britannico chiede il sostegno popolare in vista del negoziato sulla Brexit con l'Ue

Il premier britannico, Theresa May, ha annunciato elezioni anticipate per l'8 giugno: ha chiesto agli elettori sostegno per il negoziato sulla Brexit con l'Ue.
UK PM @theresa_may announces snap general electionhttps://t.co/JRjQmfCY6Z pic.twitter.com/yZbVqY70ng
— BBC Breaking News (@BBCBreaking) 18 aprile 2017
Serve una "leadership forte nell'interesse nazionale", ha affermato, parlando di fronte al 10 di Downing Street. "E' l'unico modo per dare certezza e stabilità al Paese nei prossimi anni", ha proseguito, indicando una decisione presa con "riluttanza": "Pensavo non ce ne fosse bisogno" di votare prima. Ma, ha aggiunto, "è con grande convinzione" che lotterà per dare una guida forte al Paese.
La May ha puntato il dito contro un panorama politico diviso sulla Brexit:
- Laburisti: hanno minacciato di votare contro l'accordo
- Lib-dem vogliono arriovare all'impasse
- Partito nazionalista scozzese è contrario e sta preparando un secondo referendum sull'indipendenza
- Camera dei Lord è contrario e si oppone a oltranza
Da qui, la decisione sofferta di indire elezioni anticipate, "lasciando al popolo la possibilità di decidere".
La May si rivolgerà alla Camera dei Comuni: come ha ricordato il Guardian, per indire elezioni anticipate ha bisogno dei voti dei 2/3 dell'assemblea, cioè 434 deputati: con Conservatori (330) e Laburisti (229) insieme, ha la maggioranza.
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Tutte le volte che la May ha detto: niente voto anticipato
The Independent ha postato una lista delle volte che la May ha assicurato che non avrebbe indetto elezioni anticipate: dal 4 settembre 2016 fino al 20 marzo 2017, la leader dei conservatori ha ribadito pubblicamente almeno in cinque occasioni che le elezioni anticipate non erano in programma.
- 30 giugno 2016: "Non ci dovrebbero essere elezioni generali fino al 2020. Ci dovrebbe essere una dichiarazione autunnale normale, tenuta in modo normale, nel tempo normale, senzauna finanziaria d'emergenza".
- 4 settembre 2016: "Non indirò elezioni anticipate. Sono stata molto chiara, penso che abbiamo bisogno di questo periodo di tempo, di questa stabilità, per essere in grado di gestire i temi che il Paesi ha di fronte a sè e andare a elezioni nel 2020".
- 1 ottobre 2016: "Theresa May ha escluso la possibilità di elezioni generali prima del 2020 a causa del rischio di 'instabilità' posto da un voto anticipato".
- 7 marzo 2017: una fonte al numero 10 di Downing Street ha detto: "Non succederà. Non è qualcosa che pianifica o vuole fare".
- 20 marzo 2017: "Un portavoce di Downing Street ha dichiarato a una conferenza di giornalisti a Westminster lunedì mattina - Non c'è nessun cambiamento nella nostra posizione su elezioni anticipate. Non ci saranno elezioni generali".
Le reazioni degli avversari politici
"I Laburisti offriranno al Paese un'alternativa efficace al governo", ha immediatamente commentato il leader della sinistra, Jeremy Corbyn, su Twitter, parlando di "scelta chiara e credibile del partito" che voterà a favore delle elezioni anticipate.
I welcome the PM’s decision to give the British people the chance to vote for a government that will put the interests of the majority first pic.twitter.com/9P3X6A2Zpw
— Jeremy Corbyn MP (@jeremycorbyn) 18 aprile 2017
Risposta dura anche dal primo ministro scozzese, Nicola Sturgeon, convinta che "i Tories vedano la possibilità di orientare il Regno Unito a destra, attraverso una Brexit dura e l'imposizione di tagli più profondi".
The Tories see a chance to move the UK to the right, force through a hard Brexit and impose deeper cuts. Let's stand up for Scotland. #GE17
— Nicola Sturgeon (@NicolaSturgeon) 18 aprile 2017
Che sia "un'occasione per cambiare la direzione del Paese" ne è convinto anche Tim Farron, leader dei Lib-Dem.
This is your chance to change the direction of your country pic.twitter.com/wfj4wC7yn3
— Tim Farron (@timfarron) 18 aprile 2017
Cosa dicono i sondaggi
Stando ai sondaggi, le strade sembrerebbero spalancate per la riconquista da parte dei Conservatori del governo del Regno Unito.
