In India, nello Stato del Bihar, più di 100 bambini sono morti di encefalite acuta e altri 200 sono ricoverati in due ospedali della città di Muzaffarpur. L'epidemia, che sembra inarrestabile, è provocata dall'intossicazione da lici, che tutti i bambini deceduti o ammalati hanno mangiato nelle ultime settimane.
Le autorità sanitarie del Bihar hanno precisato che la maggior parte delle vittime e degli intossicati - di eta' spesso inferiore ai 10 anni - ha subito un improvviso crollo dei livelli di glucosio nel sangue. Il frutto incriminato contiene una sostanza tossica responsabile di atroci sintomi di encefalite acute che portano alla morte dopo immani sofferenze.
Non è la prima volta che questa malattia miete vittime in India. Segnalata per la prima volta nella stessa zona alla fine degli anni '70, da allora si sono verificate migliaia di casi simili, soprattutto durante i mesi estivi, stagione dei ciliegi cinesi, come sono anche noti i lici, conosciuta come 'Chamki Bukhar'.
Fino al 2005 - anno in cui mille persone morirono nello Stato dell'Uttar Pradesh - il virus veniva chiamato encefalite giapponese, attribuito erroneamente alla zanzara. Solo successivamente è stata individuata la responsabilità diretta del frutto esotico, che nel 2011 ha ucciso 460 persone nel Nord dell'India e nel 2012 altri 390, nella stragrande maggioranza dei casi bambini tra 18 mesi e 15 anni.
Diversi studi scientifici hanno già evidenziato che la sindrome da encefalite acuta può essere collegata a una sostanza tossica trovata nel frutto esotico. Ma per capire meglio la causa della malattia, che si manifesta con convulsioni, stato mentale alterato e morte in più di un terzo dei casi, servono ulteriori ricerche. Alcuni focolai di malattie neurologiche sono stati segnalati anche in Bangladesh e Vietnam, dove la coltura del lici è molto diffusa.