L'archistar Boeri, Freedom Tower? Meglio il vuoto

L'archistar Boeri, Freedom Tower? Meglio il vuoto
 Freedom Tower New York

Roma - Forse nessuna citta' al mondo ha fatto dello skyline un marchio di fabbrica come New York. Merito di edifici iconici come l'Empire State Building e il Chrysler, ma soprattutto delle Torri Gemelle che dal 1973 per quasi 30 anni hanno svettato sulla parte meridionale di Manhattan. Fino all'11 settembre 2001, quando i due aerei dirottati da Al Qaeda si schiantarono contro le torri, infliggendo un colpo al cuore dell'America prima di tutto, ma sfregiando il volto della citta'. Piu' che ferita, per quasi 10 anni New York e' apparsa come una citta' "amputata", fino alla rinascita, nel 2013, con la Freedom Tower, il quarto edificio piu' alto al mondo e simbolo della piu' grave strage terroristica della storia americana. Una scelta azzeccata? Non la pensa cosi' l'archistar italiana Stefano Boeri, autore del pluripremiato 'Bosco Verticale' di Milano.

"La Freedom Tower e' anonima, priva di forza" commenta all'Agi Boeri, secondo cui al contrario le due vasche costruite a Ground Zero li' dove si trovavno le sulle fondamenta delle Torri Gemelle, "hanno una grandissima potenza". "Ci sono alcuni edifici che non possono essere ricostruiti, ne' imitati, e che al contrario continuano a vivere nella loro assenza. Le Torri Gemelle sono tra questi" continua l'architetto. "Quei due edifici privi di dettagli di qualita' si imposero fin da subito per la loro forza. Non solo: riuscivano a giocare molto bene con la prospettiva, a dialogare con il resto degli edifici, rappresentavano uno strumento di orientamento da qualsiasi parte della citta'". Con l'11 settembre tutto questo "e' andato perso". E piuttosto che ricostruire un grattacielo che ricorda un simbolo che non c'e' piu' e' meglio uno "skyline 'amputato'".

 Li' dove c'era Ground Zero oggi sorge il Nuovo World Trade Center, un'area di 80mila metri quadrati che comprende quattro torri tra cui la Freedom tower. Progettata dall'architetto David Childs, la "Torre della Liberta'" conta 104 piani per 541 metri di altezza pari a 1776 piedi. Un numero (e un nome) non casuale che rimanda direttamente alla Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti del 1776. Per realizzarla sono serviti 8 anni e 3,8 miliardi di dollari, un budget che ne fa il grattacielo piu' costoso al mondo. La seconda torre di 88 piani non disegna ancora lo skyline in quanto sara' completata solo nel 2021. Ancora in costruzione anche gli edifici 3 e 4 piu' bassi dei precedenti.

Nel 2011 e' stato invece inaugurato il 9/11 Memorial and Museum, dedicato alle vittime dell'11 settembre. Il sito si presenta come un parco ricco di alberi con le due grandi piscine quadrate - Reflecting Absence e' il nome del progetto - nelle vecchie fondamenta. Sulle pareti delle fontane sono incise su placche di bronzo i nomi delle vittime della strage. Il progetto e' dell'architetto israeliano-americano Michael Arad dello studio Handel Architects. A New York, come nel resto del mondo, la paranoia scattata dopo l'11 settembre nei confronti di un terrorismo che prende di mira i simboli piu' alti della cultura occidentale non ha frenato l'architettura. Tutt'altro. Secondo Stefano Boeri "la tragedia delle Torri Gemelle ha rappresentato la conferma della potenza simbolica degli edifici. Cio' ha riaperto una nuova fase in cui si e' tornato a scommettere sull'architettura. Una reazione paradossale, ma indiscutibile". (AGI)