L'Ue boccia etichette Gb anti-obesita', vince il "Made in Italy"
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L'Ue boccia etichette Gb anti-obesita', vince il "Made in Italy"

L'Ue boccia etichette Gb anti-obesita', vince il "Made in Italy"

L'Ue boccia etichette Gb anti-obesita', vince il "Made in Italy"
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(AGI) - Bruxelles, 1 ott. - La Commissione europea haufficializzato l'avvio di una procedura d'infrazione contro ilRegno Unito per le etichette "a semaforo" sugli alimenti. Sitratta di una grande vittoria del Made in Italy, fortementepenalizzato da questo sistema che in nome della lottaall'obesita' contrassegna con un bollino rosso, giallo o verdeil contenuto di zuccheri, sali e grassi. Il ministrodell'Agricoltura, Mario Martina, aveva parlato di "un modelloche stravolge completamente il giudizio sulle cose". Tutti i prodotti principali della dieta mediterranea,infatti, dal Parmigiano Reggiano al prosciutto di Parma,dall'olio d'oliva alla pasta, dai dolci alle nostre salse,vengono colpiti da almeno un bollino rosso. Bollino che spessoinduce i consumatori a non acquistare, come dimostra unsondaggio del distributore The Cooperative Group, secondo cuiil 40% delle donne e il 30% degli uomini tende a non comprareprodotti contrassegnati con il rosso, con conseguente dannomiliardario per l'agroalimentare italiano. Londra aveva replicato alle critiche sostenendo che sitratta di un sistema volontario ma, avendo aderito i grandirivenditori che rappresentano il 97% della distribuzione inGran Bretagna, le aziende produttrici sono sottoposte a unaforte pressione affinche' applichino i bollini. Inoltre, quandola misura fu varata (giugno 2013), la sottosegretaria allaSalute Anna Soubry disse chiaramente alla Camera dei Comuni chele aziende che non avessero aderito sarebbero state sottopostea una sorta di "gogna" pubblica. A convincere il collegio deiCommissari Ue sono state soprattutto le associazioni deiproduttori e dei consumatori, questi ultimi preoccupati per leconseguenze paradossali del sistema a semaforo, secondo cui unaDiet Cola risulta piu' salutare del latte. Il sistema e' statopoi utile agli stessi grandi rivenditori per vendere leimitazioni dei grandi marchi. Le sottomarche, infatti, oltre adavere un prezzo ampiamente inferiore, possono vantareun'etichetta semaforica migliore, inducendo il consumatore aritenerle piu' salutari del prodotto Dop con certificato diqualita'. I prodotti Dop, Igt ecc. non possono infattimodificare la loro composizione pena il rischio di perdere ladenominazione di prodotto d'eccellenza. Per quanto riguarda la votazione, si e' svolta in treround: il primo (che seguiva comunque una battaglia durata unanno e portata avanti in Commissione prima da Antonio Tajani epoi da Ferdinando Nelli Feroci, con l'ausilio del ministroMartina, in prima linea nella difesa dell'agroalimentareitaliano) si e' svolto il 18 settembre, tra i responsabilidelle procedure d'infrazione dei 28. In quella circostanza in17 hanno sostenuto le tesi italiane contro solo quattro afavore dei britannici. Il 29 settembre, poi, si sono riuniti iCapi di Gabinetto, e gli inglesi hanno perso un altro voto. Adifendere i semafori sono rimasti quindi solo i rappresentantidella baronessa Ashton, del commissario ungherese Andor e diquello finlandese Katainen. Tutti i commissari competenti(salute, consumatori, mercato interno, industria, commercio,concorrenza) si sono schierati contro. Londra ha ora diecisettimane per rispondere alla lettera di messa in mora dellaCommissione. L'intervento di Bruxelles dovrebbe scoraggiare anche queiPaesi, come la Francia, che stavano valutando la possibilita'di introdurre analoghi "semafori" per motivi di salute.(AGI).
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