Isis: Obama, "sono circondati" "Vinceremo battaglia sul campo"
ADV
ADV
Isis: Obama, "sono circondati" "Vinceremo battaglia sul campo"

Isis: Obama, "sono circondati" "Vinceremo battaglia sul campo"

di lettura
(AGI) - Roma, 29 set. - Lo Stato Islamico "puo' esseresconfitto sul campo", e "finira' con l'esserlo" perche' "non hanulla da offrire, eccetto violenza e morte": e' stato quasi ungrido di battaglia, una chiamata alle armi, quella con cuiBarack Obama ha aperto al Palazzo di Vetro, davanti a uncentinaio tra capi di Stato e di governo, il vertice sullalotta internazionale al terrorismo promosso proprio dagli Usa. Un vertice con due convitati di pietra: i tagliagole delcaliffato, vero oggetto del confronto, e la Russia, che purappellandosi al coordinamento delle iniziative anti-Isis noncondivide la strategia delineata dal presidente americano, etanto meno uno dei suoi cardini: la cacciata di Basharal-Assad, storico alleato del Cremlino in Siria. Obama si e'detto "convinto" che per sbaragliare una volta per tutte ijihadisti prima "serve un nuovo leader" a Damasco. Una posizione intransigente, quella ribadita ancora unavolta dal presidente americano, dalla quale paradossalmente sisono discostati non soltanto Mosca ma pure il partner piu'fedele di Washington, David Cameron: per il premier britannico,infatti, Assad potrebbe invece restare al potere ancora qualchetempo, durante una fase transitoria, purche' non troppo alungo. Per il resto Obama si e' richiamato "alla diligenza, allaconcentrazione e a uno sforzo prolungato da parte di tuttinoi": insomma, alla stessa concertazione che a suo dire ha resopossibili i successi militari della coalizione anti-Isisguidata dagli stessi Stati Uniti tanto in Siria come in Iraq. L'irritazione russa davanti al rinnovato attivismo dellaCasa Bianca, a poche ore dal sostanziale nulla di fatto in cuie' sfociato il faccia a faccia tra Obama e Vladimir Putin a NewYork, e' stata palese. In rapida successione Mosca ha esclusocome "non realistico" un comando unificato delle operazionicontro il califfato, bocciando cosi' proprio il concetto diconcertazione. Poi ha accusato gli Usa di aver di fattoboicottato il nuovo centro di coordinamento dell'intelligencemilitare, appena istituito a Baghdad con i contributi propri, dell'Iran e del regime siriano, oltre che dei padroni di casa. Infine ha liquidato il summit anti-terrorismo come una"mancanza di rispetto all'Onu", nella cui sede e' ospitato. Insomma, il mondo sembra tuttora disposto ad affrontare lemilizie del califfato solo in ordine sparso. Tanto da indurreil segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, a darel'allarme sul numero dei 'foreign fighters', cresciuto del 70per cento. E il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius,a rimbeccare con astio il Cremlino che "parla troppo", opta per"gli attacchi mediatici rispetto a quelli reali", ma contro ijihadisti "finora non ha ancora impegnato un aereo". (AGI).
ADV