Baghdad - Lo Stato islamico ha perso ilcontrollo di tutti i pozzi di petrolio in Iraq dopo esserestato cacciato la scorsa settimana dal distretto di Sharqat,nei pressi di Kirkuk. Lo ha detto oggi il portavoce delministero del Petrolio iracheno, Asim Jihad, precisando chel'esercito di Baghdad deve ancora riprendere il controllodel giacimento di Najma, nei pressi di Qayyara, a sud diMosul, ma i suoi pozzi di petrolio non sono piu' accessibilial gruppo jihadista. "Najima deve essere ancora liberatoperche' alcuni siti sono in una zona di conflitto. Larealta' e' che e' estremamente difficile estrarre econtrabbandare petrolio mentre le nostre forze stannoavanzando verso Mosul", ha detto Jihad. In assenza dellerisorse finanziarie derivanti dal contrabbando di petrolio,lo Stato islamico dovra' trovare altri mezzi persovvenzionarsi. L'esercito iracheno e' riuscito a prendereil controllo totale del distretto di al Sharqat, localizzatanella parte settentrionale della provincia di Salah al Din,(circa 100 chilometri a sud di Mosul), lo scorso 22settembre.
La campagna nel distretto di al Sharqat e' stata condotta da unita' dell'esercito iracheno, dalle unita' di mobilitazione popolare (Pmu), con il sostegno dell'aviazione irachena e dei caccia della coalizione internazionale. A fine agosto e' stata liberata invece l'area di Qayyarah, dove nei giorni successivi i miliziani dello Stato islamico hanno dato fuoco ad alcuni pozzi di petrolio. Il ministero del Petrolio iracheno non si aspetta che la produzione dei pozzi di Qayyarah possa riprendere prima che si concluda la battaglia per la liberazione di Mosul, capitale de facto dell'Is in Iraq. I due principali siti petroliferi della regione, Qayyara e Najma, producevano prima della guerra intorno ai 30 mila barili al giorno. (AGI)