Iran: spettacolare vittoria a Teheran per riformisti e moderati

Iran: spettacolare vittoria a Teheran per riformisti e moderati
Iran elezioni (Afp)

Teheran - In Iran, la lista 'Speranza' dell'alleanza di riformisti e moderati, sostenitori del presidente iraniano Hassan Rohani, è sul punto di conquistare tutti i 30 seggi a Teheran per il Parlamento: è quanto emerge dai risultati quasi definitivi, con il 90% dei voti scrutinati. Lo ha reso noto la tv di Stato. La lista vicina a Rohani, guidata dal riformista Mohammad Reza Aref, ex vicepresidente, ha infatti sospinto il capolista dei conservatori Gholam-Ali Hadad-Adel, al 31esimo posto; quest'ultimo dunque rimarrebbe fuori dal Parlamento. Durante la campagna per la presidenza nel 2013, Mohammad Reza Aref era stato tra i candidati, ma si era ritirato a favore del candidato moderato Hassan Rohani, permettendogli così di vincere le elezioni presidenziali.

In cima alla lista dei candidati certi di essere eletti figurano proprio il riformatore Mohammad Reza Aref e il moderato Ali Motahari, che hanno ottenuto rispettivamente 1,3 milioni di voti e più di 1,1 milioni. I risultati si riferiscono al conteggio di oltre 2,6 milioni di schede elettorali su un totale di 2,9 milioni di elettori a Teheran. Da notare che il capolista dei conservatori, che rimarrebbe fuori dal Parlamento, Gholam-Ali Hadad-Adel, ex presidente del Parlamento dal 2005 al 2008, è il consuocero della Guida Suprema, Ali Khamenei, e a lui molto fedele.

Nel resto del Paese, secondo i risultati ancora parziali, i riformatori/moderati e conservatori si dividono i voti con i candidati indipendenti, che non erano su alcuna delle liste principali. La clamorosa vittoria della lista 'Speranza' nella capitale iraniana è una spinta decisiva per il presidente Hassan Rohani, protagonista delle aperture dell'Iran all'Occidente. Rohani punta ad ottenere la maggioranza dei deputati nel prossimo Majlis, finora dominato dai conservatori, per continuare la sua politica di apertura. I risultati definitivi per l'intero Paese, che devono essere confermati dal potente Consiglio dei Guardiani della Costituzione, non sonno attesi prima di lunedì o martedì. (AGI)