Immigrati: Ifad, da Europa 109, 4 mld dlr rimesse; Italia quinta
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Immigrati: Ifad, da Europa 109, 4 mld dlr rimesse; Italia quinta

Immigrati: Ifad, da Europa 109, 4 mld dlr rimesse; Italia quinta

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(AGI) - Roma, 15 giu. - Le rimesse degli immigrati dall'Europaverso i Paesi d'origine nel 2014 sono state pari a 109,4miliardi di dollari, un fattore di sviluppo che potrebbeportare molti piu' benefici con un accesso a programmifinanziari per investirli e servizi di trasferimento denaropiu' competitivi. E' quanto si legge nel rapporto "SendingMoney Home: European flows and markets" presentato a Romadall'Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo), allavigilia del Forum Globale sille Rimesse che si terra' da domania Milano. Come riporta l'analisi, dall'Europa occidentale edalla Russia arriva la maggior parte delle rimesse, con 6 Paesiin particolare che da soli valgono il 75% del totale inviatodal Vecchio Continente. Fra questi, c'e' anche l'Italia, al quinto posto, con 10,4miliardi di dollari, dopo Russia, Gran Bretagna, Germania eFrancia e prima della Spagna. Quanto ai destinatari, circa unterzo del denaro (36,5 mld) e' andato a 19 Paesi nei Balcani,Baltici e Europa dell'Est, compresi 10 nazioni Ue, mentre irestanti due terzi (72,9 mld) sono finiti in 50 Paesi in via disviluppo. Tra coloro che dipendono maggiormente dalle rimesse,dopo l'Europa, ci sono Stati nel Maghreb e nell'Asia Centrale,ma questo flusso di denaro dall'Europa sostiene anche Paesi indifficolta' come Iraq, Mali, Somalia, Sudan, Siria e Yemen."Dobbiamo assicurare che questo denaro guadagnato con faticavenga inviato a casa in modo economico, ma ancora piu'importante che aiuti le famiglie a costruire un futuromigliore, soprattutto nelle comunita' rurali piu' povere doveconta di piu'", ha sottolineato Kanayo F. Nwanze, presidentedell'Ifad. Proprio in quest'ottica, viene la richiestadell'agenzia Onu di migliorare gli strumenti a disposizione deimigranti e delle loro famiglie, per far si' che le rimessepossano veramente contribuire allo sviluppo e alla stabilita'dei Paesi. La maggioranza dei soldi, spesso destinati a comunita'rurali, viene infatti utilizzata per beni primari, ma c'e' unaparte, fino al 20%, che potrebbe essere reinvestita. "L'immensopotenziale delle rimesse per lo sviluppo e' ancora largamenteinutilizzato - ha affermato Nwanze - ma e' nelle nostrecapacita' far si' che ogni euro duramente faticato, ogni rublo,sterlina, corona o franco svizzero mandato a casa conti ancoradi piu'". Progressi ne sono stati fatti per abbassare il costodei trasferimenti di denaro, ma molto ancora si puo' fare,aumentando la competitivita'. Come ha ricordato Pedro DeVasconcelos, coautore del rapporto Ifad, riducendo i costi al5%, si metterebbero a disposizione dei lavoratori immigrati edelle loro famiglie a casa altri 2,5 miliardi di dollari. (AGI).
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