Il piano clima di Obama Entro 2030 taglio 32% emissioni Co2
(AGI) - Roma, 3 ago. - Barack Obama ha presentato il suo pianoper l'ambiente, che si propone l'obiettivo di tagliare del 32%entro il 2030 le emissioni di carbonio delle centralielettriche entro il 2005". Un piano, ha sottolineato ilpresidente americano, che rappresenta "il passo piu' importantefatto dagli Usa in tema di cambiamento climatico". Perche', haavvertito, "i cambiamento climatici sono la minaccia piu'grande per il nostro futuro" e "se non affrontiamo nel modogiusto il problema potremmo passare il punto di non ritorno".Per questo, ha sottolineato "non abbiamo un piano B, bisognafare in
(AGI) - Roma, 3 ago. - Barack Obama ha presentato il suo pianoper l'ambiente, che si propone l'obiettivo di tagliare del 32%entro il 2030 le emissioni di carbonio delle centralielettriche entro il 2005". Un piano, ha sottolineato ilpresidente americano, che rappresenta "il passo piu' importantefatto dagli Usa in tema di cambiamento climatico". Perche', haavvertito, "i cambiamento climatici sono la minaccia piu'grande per il nostro futuro" e "se non affrontiamo nel modogiusto il problema potremmo passare il punto di non ritorno".Per questo, ha sottolineato "non abbiamo un piano B, bisognafare in fretta, siamo l'ultima generazione in grado di farequalcosa". Per Obama i cambiamentio climatici sono "un dannoeconomico" e quindi, prima che una minaccia per la salute, una"minaccia per la sicurezza nazionale". Con questo piano per l'energia pulita, in vista dellaconferenza internazionale di dicembre a Parigi, "gli Usavogliono guidare la comunita' internazionale in questabattaglia". Non c'e' una strategia nazionale, ha spiegato ilpresidente. Ogni Stato dovra' presentare piani entro due o treanni. "Daremo tempo, ma gli Stati devono fare presto", haavvertito Obama, secondo il quale il piano comportera' "unrisparmio di 85 dollari per ogni famiglia sulle bollette diluce e gas". Una sottolineatura che e' gia' una risposta allecritiche mosse dai repubblicani. Secondo i candidati alleprimarie Marco Rubio e Jeb Bush infatti "il piano causera' unaumento del costo dell'elettricita' per milioni di americani".Ma per Obama la strategia comportera' anche risparmi perl'assistenza sanitaria: "possiamo ridurre del 90% le mortipremature entro il 2030 e ci saranno 90mila casi di asma inmeno per i nostri bambini", ha assicurato. Nel discorso dipresentazione, il presidente ha anche citato l'Enciclica delPapa francesco, che sottolinea come "combattere il cambiamentoclimatico e' un obbligo morale". Obama ha ammesso che il piano avra' critiche e opposizioni:l'economia di alcuni Stati americani e' basata proprio sul quelcarbone che il presidente vuole combattere. Ma il presidente e'risoluto: il tempo non e' dalla nostra parte", ha detto, "laterra e' la nostra casa e la sua morfologia e' cambiata". La lotta ai cambiamenti climatici entra quindiufficialmente nella campagna elettorale americana. Il piano e'stato accolto con entusiasmo da Hillary Clinton, favoritissimanella corsa alla nomination democratica e, al momento, anchealla successione di Obama. "E' un buon piano e lo difendero'quando diventero' presidente", ha assicurato l'ex segretario diStato, secondo la quale i repubblicani invece "non riuscirannoa proporre una soluzione credibile". L'annuncio del presidente arriva nella giornata in cui unostudio del World Glacier Monitoring Service dimostra che ighiacciai del pianeta si sono ridotti a livelli mai visti negliultimi 120 anni, con significativa accelerazione delloscioglimento nella prima decade del secolo. In media, lospessore dei ghiacciai si riduce attualmente tra i 50 e i 150centimetri all'anno, il che equivale "a 2-3 volte di piu'rispetto allo stesso periodo del XX secolo". Inoltre, secondo idati preliminari riferiti agli ultimi cinque anni (non compresinello studio) la riduzione delle masse dei ghiacciai procede aritmo sostenuto. Nel XX secolo il record fu toccato nel 1998,ma dal 2000 in poi' il primato negativo "e' stato superato gia'quattro volte, nel 2003, 2006, 2011, 2013, e probabilmentesuccedera' ancora nel 2014. I negoziati internazionali sotto l'ombrello Onu hannoprodotto finora pochi risultati concreti: un fallimento totalea Copenaghen (2009) una intesa presentata come un successo(Durban 2011) ma che di fatto rinvia tutto a Parigi, chediventa quindi un appuntamento senza appello. I 195 Paesi chepartecipano alla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici(Unfcc) si sono impegnati a trovare una intesa a cui dovrannoaderirire anche i Paesi in via di sviluppo, esclusi dalprotocollo di Kyoto, oltre agli Usa. La Cina produce oltre unquarto delle emissioni mondiali di Co2, contro il 16% degli Usae l'11% dell'Ue. A Parigi ogni Paese presentera' il suo pianodiriduzione delle emissioni e su quella base si cerchera' unaintesa che entrerebbe in vigore nel 2020. L'Unione europea plaude al piano contro i cambiamenticlimatici, annunciato da Barack Obama. In un tweet, ilcommissario Ue, Miguel Arias Canete, ha sottolineato che ilprogetto del presidente americano rappresenta un "passopositivo verso un impegno autentico da parte degli Stati Unitiper tagliare le emissioni" di C02. (AGI).