Rom - Schiarita, almeno nelle intenzioni, tra inquirenti italiani e egiziani sul caso Regeni: nessuna novita' investigativa sostanziale, ma "un incontro cordiale, utile, che si e' svolto in un clima disteso". Cosi' e' stato definito in ambienti giudiziari della Procura di Roma, il vertice al Cairo che ha visto protagonisti gli investigatori italiani e i magistrati della cooperazione giudiziaria che fanno capo alla Procura Generale d'Egitto. Le autorita' egiziane hanno consegnato al funzionario di polizia dello Sco e all'ufficiale dei carabinieri del Ros "buona parte degli atti" sollecitati dal Procuratore Giuseppe Pignatone e dal pm Sergio Colaiocco nella rogatoria del 14 aprile scorso. "Massimo impegno a 360 gradi per ricercare la verita' della morte di Giulio Regeni", hanno promesso i magistrati della cooperazione giudiziaria d'Egitto ai nostri investigatori. D'altra parte è sulla disponibilita' degli inquirenti egiziani a fare piena luce che si basano le speranze di scoprire la verità, come ha ricordato anche lo stesso Pignatone: "Deve essere chiaro che le indagini non possono che farle le autorità giudiziarie e la polizia dello Stato Egiziano". E a conferma di una rinnovata disponibilita' dal Cairo, nuovi documenti di una trentina di pagine complessive sono stati consegnati al team di investigatori italiani reduci dalla trasferta egiziana. Si tratta di altri sei tabulati telefonici, oltre ai cinque gia' inviati a Roma nei giorni scorsi dalle autorita' egiziane, di alcuni verbali di testimonianze raccolte dalla polizia locale e dei referti medico-legali relativi alla morte dei cinque banditi che per il Cairo avrebbero avuto un ruolo nella morte del giovane ricercatore. Tuttavia mancano ancora elementi chiave: tutto il traffico delle celle telefoniche, i tabulati riconducibili a due utenze e alcune sommarie informazioni di soggetti ritenuti vicini a Regeni. Intanto sono in corso accertamenti tecnico-scientifici, da parte delle autorita' egiziane, sugli indumenti che il ricercatore indossava quando è stato trovato senza vita il 3 febbraio scorso lungo la strada che collega il Cairo ad Alessandria. L'Egitto ha promesso ai magistrati della Procura di Roma che verra' presto trasmessa una relazione sulle analisi di laboratorio. (AGI)