Alejandro Giammattei, medico, funzionario e politico di lungo corso, è il nuovo presidente eletto del Guatemala con il partito di centro destra 'Vamos'. La stampa commenta la sua vittoria - al quarto tentativo alle presidenziali dal 2007, ogni volta con un partito diverso, al sesto ad altri incarichi elettivi - come la prova del detto "Chi la dura la vince".
Il 63enne, che ha avuto la meglio sulla rivale social-democratica Sandra Torres, si è laureato in medicina e chirurgia all'Universita' san Carlo del Guatemala, professione che non ha mai esercitato. La storia di questo padre di tre figli, spostato con Rosana Caceres futura first lady, è fatta di battaglie, a cominciare con quella contro la sclerosi di cui è affetto da 40 anni ma che ha tenuto a bada, anche se cammina con due stampelle. Per molti osservatori è stata proprio "l'ossessione per il potere" a dare a Giammattei la forza di combattere per raggiungere il traguardo, anche se lui si presenta come "l'umile servitore del Paese che amo tanto".
È funzionario pubblico da più di 20 anni, a partire dal 1985 come coordinatore generale elettorale del Supremo Tribunale, poi come formatore del corpo dei vigili del fuoco, responsabile dei trasporti nella capitale fino a diventare direttore del Sistema penitenziario del Guatemala nel 2006.
La pagina più buia della sua storia pubblica è il duro tentativo di rimettere ordine nel carcere di Pavon. L'operazione, che coinvolse più di 3 mila poliziotti, finì in un bagno di sangue e lo vide processato. Giammattei, che respinse le accuse, si rifugiò nell'ambasciata honduregna e si fece 10 mesi in carcere prima di venire assolto per mancanza di prove. Da candidato alla presidenza si è impegnato a costruire un "muro di prosperita'", di sviluppo economico, per tirar fuori dalla povertà il 60% della popolazione, dalla malnutrizione il 50% dei bambini di meno di 5 anni, garantendo loro cibo, sanità e scuola per non dover essere costretti a scappare nei confinanti Stati Uniti.
Ha anche promesso lotta alla corruzione, di combattere i narcotrafficanti e i criminali delle 'maras' col pugno duro, ristabilendo la pena di morte e trattandoli come se fossero "terroristi". Da buon conservatore Giammattei è contrario al matrimonio gay e alla legalizzazione dell'aborto.
Appena eletto il neo presidente, in carica da gennaio 2020, ha alzato la voce contro l'accordo "ingiusto" di contrasto all'immigrazione firmato dal capo di stato in carica Jimmy Morales con Donald Trump, che prevede di usare il poverissimo Guatemala come 'parcheggio' dei richiedenti asilo diretti negli Stati Uniti in attesa dell'esame della loro richiesta.