Gentiloni, verità su Giulio o pronti a reagire

Il ministro degli Esteri: "autorità egiziane cambino marcia su Regeni, non ci fermeremo davanti all'oblio" 

Gentiloni, verità su Giulio o pronti a reagire
 Giulio Regeni (Twitter)

 

Roma - L'Italia "pretende" la verita' sulla vicenda di Giulio Regeni, altrimenti il governo e' pronto a mettere in atto misure "proporzionate e adeguate" nei confronti dell'Egitto. Paolo Gentiloni interviene in Senato e alla vigilia della missione degli inquirenti egiziani a Roma manda un messaggio chiaro al Cairo: "Basta verita' di comodo o il governo reagira'". "Verita' di comodo in questi ultimi due mesi ne sono circolate con troppa frequenza - dice il ministro degli Esteri - noi ci fermeremo solo davanti alla verita', quella vera e non di comodo".

"La ragione di Stato ci impone di difendere fino in fondo e nei confronti di chiunque la memoria di Giulio Regeni - continua Gentiloni - nel cui barbaro assassinio la madre ha visto palesarsi 'il male del mondo'. E' dunque per ragione di Stato che pretendiamo verita', e' per ragione di Stato che non accetteremo verita' fabbricate ad arte. E' per ragione di Stato che non ci rassegneremo all'oblio su questa vicenda ed e' soprattutto per ragione di Stato che non accetteremo che venga calpestata la dignita' del nostro Paese". Dunque, "se non ci sara' un cambio di marcia" da parte delle autorita' egiziane "il governo e' pronto a reagire con misure proporzionali". 

Regeni, domani a Roma gli investigatori egiziani


La delegazione di inquirenti egiziani, guidata dal sostituto procuratore generale egiziano, Mustafa Soliman arrvera' domani a Roma e rientrera' al Cairo sabato prossimo. Secondo quanto riferito in questi giorni dai media del Cairo, sarebbe diviso in almeno tre parti il dossier di oltre 2000 pagine contenente gli interrogatori di circa 200 testimoni sul caso dell'omicidio di Giulio Regeni.


Gentiloni guarda con fiducia ai contatti tra i magistrati italiani e gli inquirenti egiziani e premette che l'incontro di domani "potrebbe essere decisivo" per lo sviluppo delle indagini. A oggi, sottolinea Gentiloni, i dossier che gli inquirenti egiziani sono stati "carenti" e i documenti consegnati il mese scorso alle autorita' giudiziarie italiane "mancavano almeno di due dei cinque capitoli richiesti", a cominciare dalle richieste dei magistrati italiani sul traffico telefonico degli ultimi giorni del giovane ricercatore, fino ai video "della metropolitana del Cairo dove potrebbe essere accaduto il sequestro".

L'Italia dunque, e' il messaggio di Gentiloni che chiede "l'appoggio unitario del Parlamento", pretende la verita' sulla fine di Giulio Regeni e "il fatto che l'Egitto sia un alleato chiave non e' mai stato considerato un ostacolo, ma semmai deve essere considerato un incentivo. E quando poniamo il tema del rispetto dei diritti umani, non lo facciamo per minare la stabilita' dell'Egitto, ma per consolidare questa stabilita'".(AGI)