Ise Shima. - La crescita è la priorità. Ma soprattutto la crisi dei rifugiati è una sfida a cui serve una risposta globale. Sono questi i punti centrali del comunicato finale del G7 svoltosi a Ise-Shima.
La crescita economica mondiale e' una "priorita' urgente" si legge nel comunicato finale del G7 dei capi di Stato e di Governo, che si e' impegnato a sostenere in modo congiunto un piu' energico ed equilibrato mix di politiche per favorire una crescita "forte, sostenibile ed equilibrata". "Prendendo in considerazione le specifiche situazioni nazionali ci impegniamo a rafforzare le nostre risposte politiche in modo congiunto e ad assumere una combinazione di politiche piu' energiche ed equilibrate per raggiungere rapidamente un forte, sostenibile ed equilibrato modello di crescita". Non sono mancati scontri, in un G7 in cui i leader, come spiega il premier giapponese, Shinzo Abe, "hanno condiviso un forte senso di crisi". La cancelliera tedesca Angela Merkel si e' ripetutamente opposta alle richieste rivolte ai paesi piu' industrializzati di spendere di piu' per favorire la crescita, ribadendo che cio' che serve e' invece ridurre il debito pubblico. Inoltre tutti i leader hanno evidenziato i rischi per la crescita globale che deriverebbe da un'eventuale Brexit".
"L'uscita della Gran Bretagna dall'Ue - si legge in una dichiarazione congiunta - rovescerebbe l'attuale trend di crescita globale del commercio, degli investimenti e dell'occupazione e porrebbe ulteriori seri rischi alla crescita".
La piu' grande crisi di migranti in Europa dalla Seconda Guerra mondiale e' un problema "mondiale" che deve essere affrontato in maniera solidale: e' quanto hanno convenuto i leader del G7 che hanno promesso un aumento di aiuti e invitato a far fronte alle cause delle migrazioni,. "Il G7 riconosce che i movimenti in grande scala dei migranti e dei rifugiati rappresentano una sfida mondiale che richiede una risposta mondiale". "Siamo impegnati -si legge nella dichiarazione sottoscritta dai leader in chiusura del summit- ad aumentare gli aiuti globali per soddisfare i bisogni immediati e a lungo termine dei rifugiati e delle altre persone sfollate e quelle delle comunita' di accoglienza". Nel comunicato non e' indicata alcuna cifra. Ma secondo il cancelliere tedesco Angela Merkel il gruppo ha deciso di focalizzarsi quest'anno "in particolare sull'Iraq" e fornira' a Baghdad 3,6 miliardi di euro.
Parallelamente, sottolinea il G7, si devono affrontare le "cause profonde" di questi massicci spostamenti di popolazione", spostamenti causati da conflitti, fragilita' delle istituzioni, insicurezza, fattori demografici, economici e ambientali, nonche' i disastri naturali. "Il G7 ricorda che "solo accordi politici duraturi conclusi all'interno dei Paesi di origine, tra cui la Siria, porteranno soluzioni permanenti ai problemi degli spostamenti forzati, in particolare dei rifugiati". Nel 2015, circa 1,3 milioni di migranti, in gran parte in fuga da Paesi in guerra come Siria e Iraq, hanno chiesto asilo all'Unione Europea, piu' di un terzo in Germania.
I leader del G7 hanno adottato un piano d'azione per combattere il terrorismo e l'estremismo violento, che prevede un maggiore scambio di informazione dei servizi di intelligence e piu' collaborazione nella sicurezza delle frontiere.
I leader del G7 hanno deciso di far fronte al "preoccupante aumento del numero di attacchi terroristici, specialmente quelli compiuti in luoghi vulnerabili a causa dell'accesso aperto o delle barriere limitate di sicurezza", si legge nella dichiarazione adottata al vertice di Ise-Shima, in Giappone.
Di fronte a questa "urgente minaccia per la sicurezza globale", i leader del G7 hanno chiesto "maggiore sforzi coordinati e a livello collettivo", e hanno sollecitato le autorita' nazionale affinche' coinvolgano il settore privato, le organizzazioni civili e la societa' nel suo complesso. Nel comunicato, i leader del G7 hanno anche denunciato "le atrocita' e gli abusi dei diritti umani da parte dell'Isis, al-Qaeda e le altre organizzazioni terroristiche", "una sfida per la pace, la sicurezza e i valori condivisi dalla comunita' internazionale". Su questa linea il G7 segnala la necessita' di "aumentare la sicurezza del trasporto aereo".
Per far fronte a questa situazione, il G7 sollecita l'applicazione della strategia destinata a tagliare i canali di finanziamento delle organizzazioni terroriste, cosi' come anticipato dai ministri delle Finanze del G7, nella riunione svoltasi lo scorso fine settimana a Sendai.
In Giappone i leader mondiali hanno discusso anche della Brexit considerata un "rischio grave per la crescita". "L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea come conseguenza del referendum del 23 giugno sarebbe un rischio grave per la crescita economica mondiale". "Un'uscita del Regno Unito dall'Ue invertirebbe la tendenza all'espansione del commercio mondiale, degli investimenti e dei posti di lavoro che generano, e rappresenterebbe un nuovo rischio per la crescita"
Migranti, crescita, sicurezza&cultura: un #g7 con l'Italia protagonista. Bene il dibattito, adesso passiamo ai fatti #Ise-shima
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 27 maggio 2016
Sul fronte delle crisi internazionali, nella dichiarazione si fa riferimento anche alla Libia "Condanniamo nella maniera piu' decisa le violazioni del cessate il fuoco in Siria e, in particolare, nei dintorni di Aleppo, dal regime siriano con attacchi indiscriminati sui civili". "Ci aspettiamo che Russia e Iran sollecitino il regime siriano e le parti in campo a rispettare il cessate il fuoco e fermare gli attacchi contro i civili". Assieme a questo, i capi di Stato e di Governo chiedono uno sforzo per fermare "il deteriorarsi della situazione umanitaria nel Paese". "Ieri sulla Libia c'e' tanto un passaggio esplicito sul fatto che tutti noi chiediamo di insistere nell'esperimento del governo del ministro Al Serraji. C'e' l'impegno perche' venga riconosciuto da tutti il governo di tutta la Libia. Sostegno pieno e totale al governo di Al Serraji". Lo ha detto il presidente del consiglio, Matteo Renzi, al termine del G7.
Nel documemento i leader tornano "condannare l'annessione illegale della Crimea da parte della Russia e riaffermiamo la scelta del non riconoscimento e delle sanzioni. Rimaniamo fermamente convinti che il conflitto in Ucraina possa risolversi solo per via diplomatica e nel pieno rispetto del diritto internazionale, soprattutto del rispetto della sovranita' dell'Ucraina, la sua integrita' territoriale, la sua indipendenza. Siamo preoccupati dal persistere delle violenze lungo la linea di confine tra i due paesi. Faremo pressione perche' l'Ocse possa giocare un ruolo fondamentale nell'aiutare a superare la crisi e chiediamo a tutte le parti in campo, soprattutto ai separatisti, di garantire il pieno accesso degli osservatori nelle zone di conflitto. La durata delle sanzioni sara' fino a quando la Russia non si conformera' completamente agli accordi presi a Minsk, nel rispetto della sovranita' dell'Ucraina. Le sanzioni possono essere ritirate se la Russia dara' risposta alle nostre preoccupazioni. In ogni caso, siamo anche pronti a a prendere misure piu' restrittive nei confronti della Russia nel caso in cui non prendera' quelle misure che qui si richiedono".
Altra condanna dei 7 grandi al "test nucleare condotto dalla Corea del Nord nel mese di gennaio e il successive lancio di missili balistici. Atti come questo violano diverse risoluzioni del Consiglio delle Nazioni Unite e rappresentano un grave pericolo per la pace nazionale ed internazionale e la sicurezza. Chiediamo che la Corea del Nord si adegui immediatamente e completamente a tali risoluzioni". "Chiediamo che la Corea del Nord non proceda a nessun altro test nucleare, lancio di missili balistici o altre iniziative destabilizzanti e provocatorie. Deploriamo, inoltre, la violazione dei diritti umani in Corea del Nord e chiediamo con forza di procedure in direzione delle preoccupazioni della comunita' internazionale, compreso il problema dei rapimenti".