"Non c'è bisogno che Mark Zuckerberg faccia il giro del mondo. Dovrebbe piuttosto capire quello che succede in questa città". A parlare, con amarezza e delusione, è Nicole che con il marito Victor lavora in una delle caffetterie nel quartier generale di Facebook, a Menlo Park in California. Un lavoro che, sulla carta, avrebbe tutte le premesse per essere tra le migliori opzioni possibili. Eppure non è così. La coppia vive con i tre figli di 9, 8 e 4 anni in un garage adiacente alla casa dei genitori di Victor. "Verrà anche qui?" si chiede retoricamente la donna, in una conversazione con Julia Carrie Wong del Guardian.
Il ceo del social network più influente del pianeta ha nella sua lista dei desideri del 2017 un obiettivo ambizioso, quello di viaggiare in giro per gli Usa toccando tutti e cinquanta gli Stati per "capire le speranze e le sfide" che affrontano le persone che non hanno la sua stessa ricchezza. Una fortuna che si aggira, secondo le stime, intorno ai 68,5 miliardi di dollari.
Si sono riuniti e hanno formato un sindacato
Forse davvero varrebbe la pena ascoltare anche la storia di Nicole e Victor. Una vicenda che ha dell'incredibile, se solo si considera il fatto che questa parte degli Stati Uniti è considerata una vera e propria oasi di benessere economico e sociale. Non solo. Menlo Park è addirittura una delle comunità americane con il più alto numero di persone istruite. Basti pensare che il 70% dei residenti ha una laurea. Un benessere che però non è generale e condiviso. La coppia ha vissuto in una abitazione di fortuna per ben tre anni, incapace di dare una sistemazione migliore ai propri figli. La scorsa settimana i due si sono uniti ad altri 500 colleghi impiegati nelle caffetterie di Facebook dando vita ad un sindacato. Sono sempre più numerosi, spiega il Guardian, i lavoratori che offrono servizi nelle industrie tecnologiche a coalizzarsi in sindacati nel tentativo di strappare qualche miglioramento ai propri salari. è questa l'unica ancora di salvezza che potrebbe permettere loro di sperare in condizioni di vita più decenti. Eppure gli stipendi della coppia non sono bassi. Nicole arriva a 19,85 dollari all'ora, mentre Victor si ferma a 17,85.
In città è diventato tutto caro
Sono cifre assolutamente non negative, se si pensa che nel 2015 il salario minimo stabilito da Facebook per le compagnie a cui appalta i servizi era di 15 dollari all'ora. Tuttavia queste cifre non devono trarre in inganno, visto che anche gli ingegneri informatici dichiarano di non arrivare a fine mese pur guadagnando almeno il quadruplo. L'irruzione di Zuckerberg ha iniettato ricchezza e benessere, ma ha anche praticamente sconvolto e "dopato" l'economia della città. "Da quando è arrivato Facebook tutto è costoso" spiega Nicole. Prima di Facebook i due lavoravano nella catena di fast-food Chipotle. Guadagnavano meno, ma potevano vivere in una casa vera, non in un garage. Si sentivano anche più a loro agio. Tra le mura di Facebook Nicole e Victor hanno la sensazione di essere cittadini di serie B.
L'azienda assicura un intervento per questi lavoratori
"Ci fanno sentire inferiori, come se non valessimo nulla. Noi non viviamo il sogno. Sono loro, gli impiegati nel settore della tecnologia a vivere il sogno. E' solo per loro". Gli operai delle ditte che offrono servizi come quelli della caffetteria non hanno accesso al sistema assicurativo sanitario di Facebook, nè ad altre agevolazioni. "Perchè dobbiamo vivere in questo modo se la compagnia per cui lavoriamo ha tutte le risorse per migliorare la nostra situazione?" si chiede Nicole. Al Guardian Facebook fa sapere che l'azienda è "impegnata a provvedere un ambiente di lavoro sano, giusto, per tutti coloro che aiutano Facebook ad accorciare sempre più le distanze nel mondo" inclusi coloro che appaltano i servizi. "La gente crede che lavorare a Facebook sia una grande opportunità" dice Victor. Il fatto che in realtà non lo sia per tutti, ha spinto questa coppia e centinaia di altri colleghi ad unirsi in un sindacato.