Bruxelles - Il "codice di condotta" che la Commissione europea ha istituito lo scorso 31 maggio assieme a Facebook, Twitter, YouTube e Microsoft, "puo' diventare uno strumento importante" non solo per combattere la radicalizzazione online e i discorsi di odio illegali in rete, ma anche la diffusione delle notizie false, il fenomeno delle cosiddette "fake news". Lo ribadisce un portavoce della Commissione europea, dopo che in un'intervista sul Financial Times il capo dell'antitrust italiano, Giovanni Pitruzzella ha proposto l'istituzione di una "rete indipendente di agenzie nazionali" a livello Ue per combattere il fenomeno delle bufale online. Recentemente, ha ricordato il portavoce, la commissaria competente Vera Jourova aveva sottolineato che "le ultime settimane e mesi hanno mostrato che le societa' che gestiscono i social media devono essere all'altezza del ruolo importante che svolgono, accettando la loro quota di responsabilita'" per quanto viene diffuso in rete, in particolare su questioni come "la radicalizzazione online, i discorsi di odio illegali e le notizie false".
Secondo Jourova, perche' diventi uno strumento davvero efficace occorre pero' che tali societa' di internet "investano di piu'". Il codice di condotta prevede che ci sia una regolare valutazione della realizzazione degli impegni presi. La prima di queste e' stata fornita da un gruppo di 12 Ong all'inizio di questo mese. Ne risulta che in 6 settimane le autorita' nazionali dei paesi Ue hanno ricevuto 600 notifiche "a rischio" per radicalizzazione, false notizie o discorsi di odio. Di queste, 316 hanno portato all'apertura di casi per arrivare a 163 rimozioni, pari a una media Ue del 28,2%. Le percentuali variano pero' molto da paese a paese: se in Germania e Francia hanno superato il 50%, l'Italia e' il fanalino di coda con solo il 4% di profili rimossi.