Tra un anno esatto, nel Super Tuesday del 3 novembre 2020, gli americani eleggeranno il presidente degli Stati per il mandato fino al 2024 e il quadro degli sfidanti comincia a delinearsi. Mentre Donald Trump, al momento, è quasi certo di non avere sfidanti interni al punto che i repubblicani non hanno neanche fissato ipotetiche date per le primarie di partito, tra i democratici la corsa è destinata a ridursi a quattro candidati, dopo i ventidue che si erano contati in estate: Joe Biden, Elizabeth Warren, Bernie Sanders e Pete Buttigieg.
A cento giorni dalle primarie in Iowa, che apriranno la sfida reale dei voti, Beto O'Rourke ha annunciato venerdì il suo ritiro, Kamala Harris resiste ma è in discesa da due mesi. In attesa del quinto duello televisivo, previsto il 20 novembre in Georgia, alcuni sondaggi confermano l'ascesa della senatrice Warren e il rallentamento di Biden, frenato dal caso Ucraina con l'ombra del conflitto d'interessi con il figlio Hunter, ex manager di un'azienda ucraina del gas finita sotto inchiesta, e poi uscitane, quando il padre era vice presidente degli Stati Uniti e si occupava di Ucraina.
È il caso della rilevazione New York Times/Siena College, pubblicata venerdì: proprio sul voto in Iowa Warren balza in testa col 22%, seguita da Bernie Sanders al 19% e da Pete Buttigieg al 18%; solo quarto l'ex vice presidente col 17% dei consensi. Un ultimo sondaggio, di Washington Post/Abc, ma sulle intenzioni di voto degli elettori dem a livello nazionale, vede invece in testa Biden con il 28%, seguito da Warren con il 23. Terzo Sanders, al 17 per cento, quarto Buttigieg con il 9.
Tutti gli altri candidati si attestano comunque intorno al 2 per cento e sembrano, almeno momentaneamente, fuori dai giochi. Mentre Warren e Buttigieg crescono, Sanders paga l'infarto avuto di recente. Nello stesso sondaggio, il 45 per cento degli intervistati ritiene che Sanders non sia nelle condizioni di salute ideali per fare il presidente.