Turchia, dichiarato stato d'emergenza per 3 mesi
Erdogan, "Possibile coinvolgimento Paesi stranieri nel golpe" . Quasi 11.000 arrestati e 55.000 licenziati. Arrestato rettore ateneo della capitale. Merkel "Beffe a Stato di diritto"Quasi

Istanbul - Uno stato di emrgenza di tre mesi è l'ultima mossa di Recep Tayyip Erdogan che ieri è tornato ad Ankara. Per il presidente turco il rischio di nuovi tentativi di golpe, dopo quello fallito di venerdì scorso, ha reso necessario "l'approvazione da parte del governo dello stato d'emergenza (in base all'articolo 120 della Costituzione) per tre mesi affinché possiamo affrontare in modo tempestivo le minacce terroristiche" in atto. In sintesi il governo turco e Erdogan si sono assegnati poteri assoluti con cui schiacciare ogni sospetto golpista senza andare troppo per il sottile.
Erdogan, possibile ruolo dei Paesi stranieri nel golpe
Dopo la proclamazione dello stato d'emergenza "continueremo a fare pulizia" ha ribadito Erdogan e ha avvertito tutti i leader stranieri, che debbono smetterla di dire ad Anakara cosa fare, come tornare alla normalità: "Questa nazione ha il diritto di determinare il proprio destino". Dello stato d'emergenza - ha garantito - i cittadini "non debbono neanche minimamente preoccuparsi" che possa incidere "sulla democrazia, lo stato di diritto e i fondamentali diritti e le liberta". La misura servirà a proteggere proprio questi valori, ha concluso Erdogan.
Art 120 Costituzione turca: "Nel caso emergano gravi indizzi del diffondersi di atti di violenza tesi alla distruzione delle liberta' democratiche e dell'ordine costituito stabilito dalla Costituzione o i fondamentali diritti di liberta', o il grave deterioramento dell'ordine pubblico per atti di violenza, il Consiglio dei Ministri, si riunisce sotto la presidenza del capo dello Stato e dopo essersi consultato il Consiglio Nazionale per la Sicurezza, dichiara uno stato d'emergenza in uno o in piu' regioni del Paese per un periodo massimo di sei mesi" Questo quanto prevede l'articolo 120 della Costituzione citato stasera da Erdogan.
Lo Stato d'emergenza deve ora essere approvato dal Parlamento. "Durante lo stato di emergenza il Consiglio dei ministri guidato del presidente può emanare decreti che avranno valore di legge nelle materie sulla sicurezza dello Stato".
Intanto in Turchia continuano le epurazioni, gli ultimi a finire nel mirino sono stati accademici e stampa, ma altre novità in arrivo. Ieri sera l'ordine di detenzione è scattato per 62 cadetti della rinomata accademia militare di Kuleli, a Istanbul.
Il consiglio per l'Istruzione ha decretato intanto la chiusura di 626 scuole, il divieto di espatrio per tutti gli accademici turchi, dopo che ieri erano state richieste le dimissioni per 1577 decani di universita', di cui 1176 dipendenti pubblici e 401 legati a fondazioni private. E' stato arrestato il rettore dell'Università di Ankara, Suleyman Buyukberber. Tutte le decisioni sono state motivate dalla necessità di verificare eventuali legami con la confraternita di Fetullah Gulen, il miliardario e ideologo islamico residente negli Usa dal 1999, ex alleato e attualmente acerrimo nemico del presidente Erdogan, che lo ritiene la mente del tentativo di colpo di stato.
L'authority per le comunicazioni ha sospeso le trasmissioni di 24 emittenti Tv e radio e il direttorato per la stampa ha comunicato il ritiro del tesserino per 34 giornalisti. Per tutti l'accusa è di avere connessioni con la confraternita di Gulen.
Dal fallito golpe di venerdì sono 10.937 le persone arrestate in Turchia, prevalentemente militari (oltre 6.000) e giudici. In totale sono stati mandati a casa 55.000 dipendenti pubblici. A fornire l'aggiornamento sull'epurazione in corso è stato lo stesso presidente Recep Taqyyip Erdogan in un'intervista ad al Jazeera Erdogan è poi tornato a ribadire che se il Parlamento reintrodurrà la pena di morte - abolita nel 2004 per provare ad entrare nell'Ue - lui adotterà immediatamente la legge.
Molto dura la presa di posizione di Berlino: "Quasi ogni giorno", ha denunciato Steffen Seibert, portavoce del governo federale tedesco, "assistiamo all'adozione di misure che si fanno beffe dello stato di diritto, e che non badano al principio della proprozionalità".
Berlino, repressione turca "si fa beffe di stato di diritto"
Nel mentre caccia turchi nel pomeriggio hanno cercato di fermare due imbarcazioni della Guardia Costiera di Ankara, che stavano tentando di entrare nelle acque territoriali greche senza autorizzazione. E' di ieri la notizia, invece, che mancano all'appello 14 navi da guerra ed il comandante della Marina, l'ammiraglio, Veysel Kosele.
Stamani è comparso nella centrale piazza Taksim, un tempo cuore delle manifestazioni antigovernative ma ora centro delle manifestazioni di sostegno a Erdogan, un enorme striscione appeso sulla facciata del centro culturale Ataturk che minaccia "Gulen, cane del diavolo, impiccheremo te e i tuoi cani allo stesso guinzaglio".
Il governo turco ha bloccato anche l'accesso a WikiLeaks, che ha pubblicato 294.548 mail inviate e ricevute da 762 indirizzi mail dei vertici dell'Akp, il partito che Erdogan fondò nel 2002 e di cui è sempre stato indiscusso leader. Sono intanto ripresi, ed e' la prima volta dopo il fallito golpe, i raid aerei contro la guerriglia curda nel nord dell'Iraq. Il Cremlino ha confermato che presidente Vladimir Putin incontrerà Erdogan in Russia "i primi di agosto", smentendo le voci che volevano Baku come luogo dell'atteso incontro.
Il giro di vite rischia di isolare la Turchia sul piano internazionale e già cominciano le "fughe" eccellenti: Mario Gomez, attaccante tedesco ex Fiorentina, ha annunciato che lascia il Besiktas "a causa dei terribili eventi" degli ultimi giorni. Da Roma è arrivata la notizia che, con una risoluzione approvata all’unanimità dal plenum e che sarà inviata al Guardasigilli Andrea Orlando e al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il Csm ha sospeso «ogni rapporto di cooperazione» con il Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri della Turchia «fino a quando non sarà fatta chiarezza sul ruolo di tale Consiglio nelle determinazioni che hanno portato all’arresto o alla destituzione di oltre 2mila magistrati». «Non vi è libertà e legalità in quel Paese dove i giudici non sono liberi», ha affermato il primo presidente e il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Canzio e Pasquale Ciccolo, intervenuti nel corso del plenum. (AGI)