Roma - Tutto il traffico delle celle telefoniche, i tabulati riconducibili a due utenze e alcune sommarie informazioni di soggetti ritenuti vicini a Giulio Regeni: e' quanto manca ancora all'appello di cio' che avevano chiesto con la rogatoria del 14 aprile scorso i magistrati della Procura di Roma che indagano sulla scomparsa e sulla morte del 28enne ricercatore di origine friulana. Tra i nuovi documenti, una trentina di pagine complessive, consegnati al team di investigatori italiani reduci dalla trasferta al Cairo sul caso Regeni ci sono altri sei tabulati telefonici, oltre ai cinque gia' inviati a Roma nei giorni scorsi dalle autorita' egiziane, alcuni verbali di testimonianze raccolte dalla polizia locale e i referti medico-legali relativi alla morte dei cinque banditi che per il Cairo avrebbero avuto un ruolo nella morte di Regeni. Per una valutazione del materiale messo a disposizione dei pm romani ci vorranno alcuni giorni, perche' gli atti sono scritti in arabo e devono essere tradotti.
"Un incontro cordiale, utile, che si e' svolto in un clima disteso"' e' stato definito in ambienti giudiziari il vertice al Cairo. Alla delegazione di investigatorii taliani sono stati mostrati nei giorni scorsi ai colleghi del Cairo, durante una visita in Egitto, una parte dei file decodificati provenienti dal computer portatile di GiulioRegeni: lo hanno riferito fonti della sicurezza egiziana. Il materiale e' stato mostrato durante un incontro con alti funzionari egiziani lo scorso 8 maggio al Cairo. Fra i file decodificati vi sarebbero, oltre ad informazioni relative alle ricerche condotte da Regeni, anche fotografie che ritraggono il giovane con delle persone, di queste solo alcune sarebbero note agli inquirenti.
I membri della delegazione italiana - otto in tutto, inclusi un funzionario del Servizio centrale operativo di polizia (Sco) e un ufficiale del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei Carabinieri (Ros) che fin dall'inizio hanno seguito l'inchiesta sul caso di Giulio Regeni - non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione. La visita e' durata due giorni, dal 7 all'8 maggio. Nei giorni scorsi le autorita' del Cairo hanno acconsentito a cedere agli investigatori italiani parte dei dati telefonici necessari a condurre le indagini sul sequestro del dottorando italiano, torturato a morte e barbaramente ucciso in Egitto. (AGI)