Mosca - Il 26 aprile 1986, nella centrale di Chernobyl, in Ucraina, al confine con la Bielorussia nell'allora Unione sovietica, a causa di un errore durante una simulazione di un guasto al sistema di raffreddamento, il surriscaldamento del nucleo del reattore provoca la sua fusione e l'esplosione del vapore radioattivo, che sotto forma di una nube pari a un miliardo di miliardi di Bequerel si disperde nell'aria. L'intera Europa viene esposta alla nube radioattiva e assistette attonita a quello che fino allo tsunami in Giappone e all'incidente di Fukushima (2011) e' stato il piu' grave disastro nella storia del nucleare civile. Gli incendi nel sito causano un'emissione di radiazioni nell'atmosfera di molte centinaia di volte superiore a quella delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki. La zona piu' colpita, per via delle condizioni climatiche e dei venti che condizionano la ricaduta radioattiva (fall-out), e' la Bielorussia e la regione di Gomel.
Chernobyl, fisico Cnr "effetti subdoli", é ancora una minaccia
Difficile accertare le reali responsabilita' dell'accaduto: documenti segretari o distrutti, archivi inaccessibili non aiutano il lavoro di chi cerca la verita' e col tempo sono fiorite tesi di diverso genere. Nel raggio di 30 km dal reattore, la cosiddetta Zona di esclusione, e' ancora vietato vivere. Le autorita' sovietiche iniziarono ad evacuare la popolazione dell'area circostante Chernobyl 36 ore dopo l'incidente. Fu la Svezia per prima a lanciare l'allarme ai rilevatori di radioattivita'. Il leader sovietico Mikhail Gorbaciov rompe un lungo silenzio e appare in tv solo il 14 maggio e annuncia: "Una sventura e' scesa su di noi. Il peggio e' passato, ma e' ancora presto per dire la parola fine".
I liquidatori furono le prime vittime , "ci hanno abbandonati"
LE VITTIME: Ancora oggi non si conosce l'esatto costo umano della tragedia, su cui da tempo e' in ballo una guerra di numeri. Secondo quanto emerso dal rapporto 2006 del 'Chernobyl Forum', promosso dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) e a cui parteciparono organizzazioni dell'Onu come l'Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms), vi furono 'solo' 65 morti accertati e una stima di future 4.000 'presunte' vittime per tumori e leucemie in un arco di tempo di 80 anni. Secondo il rapporto, un pericolo maggiore che l'esposizione prolungata alle radiazioni e' rappresentato dal rischio di malattie mentali causate dalla paura esagerata degli effetti della radiazione. Una conclusione duramente criticata dagli ambientalisti e da alcuni studiosi sul campo, come il professor Yuri Bandazhevsky, bielorusso perseguitato in patria per i suoi studi contro le verita' ufficiali e che ora a Ivankiv, tra Chernobyl e Kiev studia gli effetti sui bambini dell'esposizione anche a bassi dosi di radiazione. I dati del Forum sono stati contestati da Greenpeace che stima in almeno 100.000 il numero totale di vittime che nel corso degli anni si raggiungeranno per le conseguenze di Chernobyl in Ucraina, Bielorussia e Russia. In risposta al rapporto del 'Chernobyl Forum, il Partito Verde europeo ha stilato un rapporto alternativo denominato Torch (The Other Report on Chernobyl), che denuncia come ancora 5 milioni di persone vivano nelle aree altamente contaminate di Bielorussia, Ucraina e Russia, zone in cui il tasso di mortalita' e' piu' elevato della norma, il tasso di natalita' e' piu' basso e l'incidenza di tumori e' aumentata; sono invece in 400 milioni a vivere in aree meno contaminate; il 42% dell'Europa occidentale e' stato contaminato; sono previsti 40.000 casi di cancri fatali, ad oggi 6.000 casi di cancri tiroidei piu' altri 16.000 previsti per il futuro.
I SARCOFAGI: A due mesi dalla tragedia, vennero avviati i lavori di costruzione di un sarcofago per contenere il nocciolo fuso del reattore. I lavori durarono 206 giorni, notti comprese. 90.000 i lavoratori che parteciparono alla costruzione e 200.000 le persone che complessivamente lavorarono nell'area di Chernobyl, con compiti diversi, tra il 1986 e 1987. Per la costruzione del sarcofago furono necessari 400.000 metri cubi di calcestruzzo e 7.000 tonnellate di strutture metalliche. All'interno della struttura si trova ancora oggi il 95% del materiale radioattivo presente al momento dell'incidente, sottoposto ad un processo di trasformazione spontaneo che genera altri radionuclidi e Polveri. Nel 2007, e' stato siglato il contratto per la costruzione di un nuovo sarcofago destinato a durare fino al 2100. Il nuovo sarcofago (New Safe Confinement, Nsc) e' alto 110 metri, lungo 164 e largo 257 metri e dovrebbe esse consegnato nel 2017. Il costo finale stimato per la struttura e' un miliardo e mezzo di euro e la si sta costruendo a quasi 200 metri dal reattore dove sara' poi trasferita su dei binari a coprire l'attuala sarcofago. Il fornitore degli elementi in acciaio dello scheletro del nuovo sarcofago e' l'italiana Cimolai. Il maggiore finanziatore del progetto e' la European Bank for Reconstruction and Development.
LA CENTRALE: L'impianto e' stato definitivamente chiuso il 15 dicembre 2000: attualmente sono 4 i reattori spenti e due quelli la cui costruzione e' stata interrotta dopo l'esplosione dell'86. Alla centrale lavorano quotidianamente un centinaio di addetti: per loro i turni sono di 12 ore e poi due giorni lontani dalla centrale, per abbattere le radiazioni. Sono, invece, 3.700, complessivamente, i tecnici che lavorano a Chernobyl con il compito di tenere sotto controllo la centrale.
RIFIUTI RADIOATTIVI E CIBO CONTAMINATO: Secondo il Forum Chernboyl, la riorganizzazione sociale ed economica delle regioni colpite di Bielorussia, Russia ed Ucraina deve essere considerata una priorita'. Inoltre, la bonifica graduale della Zona di esclusione di Chernobyl, inclusa la gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi, costituiscono una priorita' per l'Ucraina. Alle prese con l'annosa crisi economica e ora con la guerra nell'est, le priorita' di Kiev, pero', sono altre. Negli anni successivi all'incidente, il governo ucraino ha condotto analisi sui prodotti alimentari delle aree contaminate, pubblicate dal ministero delle Emergenze e della Protezione della popolazione. Tuttavia, nel 2009 questo monitoraggio e' stato interrotto. Uno dei fattori di maggiore preoccupazione per la salute della popolazione e' venuto dal rilascio, dalla diffusione e dal successivo depositarsi sul terreno del Cesio-137, un radionuclide (isotopo radioattivo) che dimezza la sua radioattivita' in circa 30 anni e che puo' penetrare nella catena alimentare, contaminando latte, pesci e vari prodotti agricoli. Nelle zone limitrofe a quella di Esclusione, sia in Ucraina che in Bielorussia, ed economicamente depresse, spesso una famiglia non ha alternative al nutrirsi con i prodotti del proprio orto.
GLI INCENDI: Il pericolo per le popolazioni di queste zone non e' rappresentato dagli effetti diretti delle radiazioni: i radionuclidi sono abbondantemente rilasciati nel periodo primaverile ed estivo quando si susseguono incendi nella zona di Esclusione, con conseguenza ricaduta radioattiva sui territori limitrofi dove continuano a lavorare scuole e ospedali. (AGI)